Le strade fanno talmente parte della nostra vita che è facile dimenticare il loro grande ruolo e l'effetto che possono avere sul nostro benessere.
Per la cronaca, nel nostro pianeta ci sono oltre 41 milioni di chilometri di strade asfaltate, e se dovessimo percorrerli tutti, copriremmo la stessa distanza da qui alla Luna, e ritorno, per oltre 50 volte.
Quando pensiamo all'impatto ambientale del trasporto, ci riferiamo normalmente alle emissioni di CO2 e all'impatto dei veicoli alimentati a combustibili fossili. Tuttavia, trascuriamo probabilmente il fatto che anche milioni di chilometri di strade consumano combustibili fossili e possono pertanto contribuire in maniera significativa all'inquinamento atmosferico.
La chiave di questo concetto risiede nella parola ‘asfaltata': nella maggior parte dei casi le strade sono appunto asfaltate con una miscela di pietrisco e bitume. Il bitume è presente in depositi naturali e nell'antichità era utilizzato come adesivo e legante nelle costruzioni edilizie, ma oggi viene principalmente distillato dal petrolio greggio.
Ripensare al bitume
L'industria delle costruzioni utilizza circa 90 milioni di tonnellate di bitume all'anno, soprattutto per la realizzazione delle strade. Tuttavia, la cosa importante da ricordare è che il bitume non è altro che un combustibile fossile che presenta alcuni degli stessi svantaggi degli altri combustibili. In effetti, ricerche recenti dimostrano che le strade asfaltate con bitume possono rientrare tra gli agenti più inquinanti del nostro ambiente.
La prima e più evidente fonte di emissioni dell'asfalto proviene dal suo trasporto: il materiale è pesante e la sua consegna a destinazione richiede un elevato consumo di carburante, ed un consumo ancora più elevato è necessario per stendere poi l'asfalto sulla superficie stradale. Per questo motivo molti paesi stanno cercando di ridurre le emissioni generate dalla costruzione delle strade: il Regno Unito, ad esempio, ha stabilito un obiettivo di emissioni di carbonio nette zero generate dalla costruzione delle strade e dalla relativa manutenzione da realizzare entro il 2040.
Risulta però che la riduzione delle emissioni generate dalla costruzione sia la parte più semplice. Secondo una ricerca condotta dall'Università di Yale è proprio l'asfalto l'origine di una buona parte del particolato responsabile dell'inquinamento atmosferico, probabilmente nella misura doppia rispetto alla quantità di particelle inquinanti generate dai veicoli. Quando l'asfalto si riscalda, rilascia composti volatili a base di carbonio, e ciò significa che più il clima è caldo, maggiore è l'inquinamento.
La buona notizia è che esistono soluzioni potenziali che comprendono materiali alternativi per la costruzione delle strade. Uno di questi materiali è la lignina, un prodotto naturale di origine vegetale che è in fase di verifica come sostituto del bitume: secondo i primi risultati, essa è più stabile del bitume, oltre a essere più economica. Altri materiali, tra cui gli pneumatici riciclati, sono utilizzati per creare nuove tipologie di materiali compositi per la costruzione delle strade: hanno una durata maggiore rispetto alle superfici rivestite con bitume e richiedono una manutenzione che genera una minore quantità di emissioni.
Catturando l'energia
Nonostante ciò, non tutti i modi proposti per rendere le strade più sostenibili si sono dimostrati promettenti. Una possibile idea è stata quella di integrare i pannelli solari nelle strade, in modo da trasformarle in generatori di energia senza emissioni: un concetto allettante, che però non ha portato a nessun risultato concreto. Le versioni sperimentali della strada solare sono state provate negli Stati Uniti, in Francia e in Cina. Purtroppo è successo quanto di peggio poteva accadere. I pannelli non hanno prodotto l'energia prevista (perché non è possibile ruotarli per catturare la massima luce solare). Inoltre, sono soggetti ad un'usura veloce, al furto e, almeno in un caso si sono incendiati.
Un'idea poco più promettente è quella di utilizzare le strade per catturare l'energia da compressione generata dai veicoli pesanti e utilizzarla come fonte energetica. Ciò comporta l'utilizzo di dispositivi in grado di catturare l'energia, i trasduttori piezoelettrici, che trasformano la pressione in corrente elettrica (trasduttori simili sono comunemente utilizzati negli strumenti musicali elettrici, come nelle chitarre). Tuttavia, questa idea è ancora agli esordi: rimane da capire se i trasduttori produrranno quantità di energia economica o se si guasteranno in maniera simile ai pannelli solari.
Sembra proprio che il percorso verso l'autostrada realmente sostenibile sarà molto lungo. Ma, come tutte le innovazioni, i fallimenti ripetuti fanno probabilmente parte della soluzione finale perché, come sanno bene i viaggiatori esperti, se ti imbatti in una strada bloccata, ne devi trovare un'altra.