Il volontariato d'impresa è un modo diverso di sostenere il non profit: crea coinvolgimento e scambio di competenze che generano valore non solo tra le associazioni coinvolte ma anche tra i dipendenti dell'azienda stessa. Nelle sue diverse forme, queste attività hanno sempre fatto parte anche di Pirelli che nei suoi oltre 150 anni di storia ha portato avanti l'idea di dover restituire quanto ricevuto dalle comunità del territorio in cui ha operato e opera. Dal villaggio operaio costruito nei primi decenni del Novecento, fino all'Istituto Piero Pirelli realizzato nel 1957 per dare la possibilità ai figli dei dipendenti di raggiungere una adeguata preparazione industriale e generare così anche opportunità di impiego.
In continuità con tutto questo si è svolta anche l'iniziativa pilota che ha coinvolto quest'anno 120 dipendenti in attività di utilità sociale presso il Banco Alimentare Lombardia e il WWF, realtà con cui già erano attive collaborazioni con Pirelli. L'impegno è stato di 4 ore lavorative che l'azienda, per conto dei colleghi che hanno deciso di aderire, ha donato a queste associazioni.
«Dopo la pandemia e una conseguente remotizzazione del lavoro, queste attività sono state pensate anche nell'ottica di creare un senso di comunità aziendale ancora più ampio» ha spiegato Donatella De Vita, Head of Training & Welfare di Pirelli. «L'azienda più di prima torna a essere attore di una comunità di persone che ricercano un purpose alto, che va oltre l'orario lavorativo e che si lega sempre e comunque ai valori portati avanti dal Gruppo».
L'impresa è motore e aggregatore di persone, nella quale si crea un o senso di appartenenza a una comunità lavorativa che è anche socialmente responsabile. «Con le attività come quelle messe in atto durante le ore dedicate al volontariato d'impresa, si genera soddisfazione in chi partecipa, favorendo un naturale engagement fondamentale in tutte le attività aziendali» precisa Eleonora Giada Pessina, Group Sustainability and Diversity Officer di Pirelli.
Le due realtà scelte sono state pensate appunto in quanto rappresentative dei pilastri su cui l'azienda poggia lo stesso bilancio di sostenibilità, ossia la dimensione economica, sociale e ambientale.
Il progetto nasce con l'intento di ingaggiare i propri dipendenti e fare leva su un agire comune in un'ottica sempre più ampia e varia: si tratta infatti di una prima e non unica iniziativa che vuole definirsi con modalità periodiche e ancora più diversificate.