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Quattro donne, quattro invenzioni

Dall’invenzione dei tergicristalli al primo volo nello spazio

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Il XX secolo è stato un periodo ricco di scoperte e invenzioni, anche da parte del mondo femminile. Una necessità, un'intuizione, un lampo di genio per risolvere, ad esempio, i più piccoli disagi quotidiani: è da qui che spesso sono nate le invenzioni ideate e sviluppate da donne che sono riuscite a cambiare in positivo con la loro visione il mondo. Vediamo quattro di queste innovazioni, ancora attuali.

I primi tergicristalli di Mary Anderson

(Greene County, 1866 - Monteagle, 1953)

New York, 1903. Macchine e tram scorrono per le strade, ma in quel momento sta nevicando, e i manovratori allungano le braccia fuori dai finestrini aperti per poter pulire il vetro anteriore così da riuscire a vedere la strada nonostante la neve. In questo momento, Mary Anderson vede la scena e ha un'intuizione: un modo per pulire il parabrezza senza dover sporgere le braccia all'esterno, il tergicristallo. Il progetto era molto semplice, un'asta di ferro che sorregge una guaina in gomma veniva fatta oscillare, a contatto con il vetro, tramite una manovella azionata manualmente dal conducente dall'interno dei veicoli. Purtroppo, Mary Anderson non solo dovette insistere per ottenere il brevetto del suo progetto, ma quando provò a venderlo nel 1905 non riuscì in quanto si riteneva che un oggetto progettato da una donna non meritasse di essere pagato. Il brevetto decadde nel 1920 senza più essere rinnovato, ma comunque l'idea geniale di Anderson rimase e nel 1922 fu Cadillac a montare la sua invenzione come dotazione dei veicoli, diventando poi un accessorio indispensabile per ogni veicolo.

La “Dish Washing Machine” di Josephine Cochrane

(Contea di Ashtabula, 1839-1913)

«Se nessun altro inventerà una macchina lavapiatti, lo farò io stessa» è la celebre frase che Josephine Cochrane pronunciò quando si stufò del noioso compito domestico e decise di crearsi da sola una macchina che potesse farlo al posto suo. Presentò il primo brevetto dell'invenzione nel 1885: una macchina costituita da compartimenti su misura per piatti, collocati in una ruota che giaceva all'interno di una caldaia di rame, con un motore che consentiva la rotazione mentre acqua calda e sapone schizzava dal fondo della caldaia piovendo sulle stoviglie. L'anno seguente il suo prototipo prende vita, grazie anche all'aiuto di un meccanico, George Butters, ottenendo il brevetto per la sua “Dish Washing Machine”. Da lì la Garis-Cochrane Company entrò negli affari, soprattutto grazie alla visibilità acquisita con la presentazione dell'invenzione al World's Columbian Exposition del 1893. La società continuò con grande successo, fino a essere acquisita da Kitchen Aid e in seguito da Whirlpool. Nel 2006 Josephine Cochrane fu inserita nella National Inventors Hall of Fame, come testimonianza del grande impatto che ha avuto la sua creazione.

Katherine Johnson e la traiettoria dell'Apollo 11

(White Sulphur Springs, 26 agosto 1918 - Hampton, 24 febbraio 2020)

Era un computer, «quando i computer indossavano gonne»: Katherine Johnson fu una ricercatrice matematica per la Nasa. Laureata in matematica e francese a soli 18 anni, Johnson iniziò a lavorare per l'agenzia governativa americana nel 1953 in un gruppo di tecnici donne incaricate di eseguire complessi calcoli matematici, ma solo dopo due settimane iniziò a lavorare insieme agli ingegneri per calcolare il primo volo di Alan Shepard nel 1961, il primo astronauta a volare nello spazio. «La traiettoria iniziale era una parabola ed era facile prevedere dove sarebbe stata in qualsiasi momento» afferma Johnson. «All'inizio, quando hanno detto che volevano che la capsula scendesse in un certo punto, stavano cercando di calcolare quando avrebbe dovuto iniziare. Ho detto: ‘Lasciamelo fare. Dimmi quando lo vuoi e dove vuoi che atterri, e io lo farò al contrario e ti dirò quando decollare'. Questo era il mio forte». In seguito, quando la Nasa iniziò a usare i computer, era lei a controllare comunque che i calcoli fossero corretti, e così avvenne anche per la traiettoria dell'Apollo 11.

Hedy Lamarr e il frequency hopping alla base della comunicazione wireless

(Vienna, 1914 - Casselberry US, 2000)

Hedy Lamarr, famosa più per la carriera di attrice che non di inventrice, tentò di contribuire con una geniale invenzione alla sconfitta dei tedeschi. A 16 anni inizia la sua carriera d'attrice e dopo il divorzio dal marito, è costretta ad abbandonare l'Austria per trasferirsi prima a Londra e poi negli Stati Uniti, dove nel 1938 inizia a lavorare per Metro Goldwyn Mayer. Nell'estate del 1940, durante la sua vita ad Hollywood, Lamarr incontra l'amico e pianista George Antheil a una festa: due persone con la passione per la scienza e la speranza di fare qualcosa di importante. Le intercettazioni tedesche durante la guerra erano costanti sulle frequenze con cui le navi degli alleati comunicavano fra di loro, diventando ben presto – ovviamente – una minaccia da abbattere. L'idea di Hedy è semplice: cambiare continuamente frequenza sia per le navi sia per i missili in modo sincronizzato, rendendo impossibile al nemico localizzarli e bloccarli. Grazie all'aiuto dell'amico, il sistema di comunicazione viene messo a punto usando due rulli che partono allo stesso momento e che girano alla stessa velocità. La nave e il siluro possono così comunicare segretamente secondo lo stesso sistema di 88 frequenze diverse, codificate come uno spartito musicale. Nasce così il frequency-hopping (salto di frequenza), il cui brevetto viene approvato nel 1942 e usato nella crisi missilistica di Cuba nel 1962. Nonostante Hedy Lamarr veniva continuamente vista solo come una diva del cinema, oggi viene riconosciuta fra i pionieri della moderna tecnologia grazie alla sua invenzione.