Nelle fabbriche digitali e interconnesse, lavorano i nuovi “operai aumentati” che usano mani e testa ma anche realtà virtuale e visori 3D. Con le nuove tecnologie infatti cambiano le mansioni (e l'istruzione) dei colletti blu, sempre più digitali, creativi e responsabili. Indossano visori per la realtà aumentata, dialogano con i robot collaborativi, si allenano e fanno formazione virtuale prima di entrare nella vera fabbrica. Che però non è più la fabbrica di una volta ma è tutta digitale, automatizzata e connessa. E' l'industria 4.0 ed esiste già.
In Pirelli, per esempio, gli operai imparano “giocando” con Play, acronimo di Performance and Learning Acceleration for You, una stanza equipaggiata con un grande schermo e parti di fabbrica in movimento che simulano il lavoro in fabbrica, indossando un casco 3D e un giubbotto che rileva i movimenti. Come in un gioco, solo che è lavoro. Serio. E vale parecchio. La Next Mirs, il prototipo della fabbrica del futuro di Pirelli dove i robot lavorano al fianco degli operai, è solo uno degli esempi più virtuosi di un'industria che, nel suo complesso, in Italia muove 1,2 miliardi di euro. E' questo il valore dello Smart Manufacturing, un mercato che rappresenta poco meno del 10% del totale degli investimenti industriali complessivi (10-12 miliardi di euro), trainato in particolare da grandi aziende di macchinari e dell'automotive, Pirelli in testa.
Per il nostro Paese, per esempio, l'Industria 4.0 e l'Intelligenza Artificiale, una delle sue declinazioni più complesse e più interessanti, possono significare molto in termini di crescita della produttività e del fatturato, nonché del Pil del Paese. Secondo Confindustria, questa rivoluzione può aumentare il PIL italiano di quattro punti, portando 110 miliardi di euro di ricavi. La sola intelligenza artificiale potrebbe potenzialmente duplicare la crescita dell'economia, che, se alle attuali condizioni sarebbe dell'1% nel 2035 (Fonte: Accenture), grazie all'Intelligenza Artificiale potrebbe raggiungere un valore aggiunto dell'1,8%. Quasi il doppio quindi, anche se meno degli altri paesi. E l'aumento della produttività, sempre secondo uno studio dell'Accenture Institute for high performance, sarebbe del 12%, superiore alla Spagna, ma ancora inferiore ad altre nazioni “locomotive” del 4.0.
Insomma, la rivoluzione sta accelerando, anche in fabbrica: entro la fine del 2019 in tutto il mondo ci saranno 2,9 milioni di robot al lavoro accanto agli operai (Fonte: IFR, International Federation of Robotics) e fra le nazioni che ci stanno puntando di più, dopo Cina, Corea del Sud, Giappone, Stati Uniti e Germania, si fa avanti anche l'Italia: il Piano Industria 4.0 del Ministero dello sviluppo economico, infatti, guida e incoraggiare con incentivi alla trasformazione in chiave innovativa il cambiamento verso il futuro. Secondo un sondaggio di PWC, il 40% delle aziende italiane si è già mosso per fare questo tipo di investimenti: il 37% delle imprese italiane investirà nei prossimi 5 anni sino al 3% del fatturato, il 34% tra il 4%-5% mentre il 22% allocherà risorse per oltre il 9%. Intanto in Pirelli i robot sono già arrivati e si parla già di operai “aumentati” perché potenziati dalla tecnologia come il Controllo Visivo Automatico (CVA™), brevettato dalla società, un sistema ottico innovativo per controllare visivamente, con precisione millimetrica, il pneumatico finito eliminando così qualsiasi margine di errore umano quando si tratta di valutare la perfezione della gomma.