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Un giovane talento sulla rotta della Coppa America

Marco Gradoni, classe 2004, è il più giovane tra i timonieri di Luna Rossa Prada Pirelli, ma sa che può dare tanto alla squadra in vista dell’America’s Cup

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Romano, classe 2004. Timoniere ed enfant prodige della vela. La palma di più giovane del sailing team di Luna Rossa Prada Pirelli e una grande capacità di infrangere record di precocità. Marco Gradoni inizia a navigare a sette anni, grazie a un corso di vela. A dodici comincia a gareggiare, prima a livello nazionale, poi internazionale. Vince (unico velista nella storia) tre Mondiali Optimist di fila e a soli 15 anni è incoronato Rolex World Sailor of the Year. La costante è sempre stata quella della vittoria – «vincere in acqua è una cosa che mi riesce abbastanza bene», ha ammesso. La stessa vittoria che adesso proverà a ottenere anche a bordo della nuovissima «lama argentata» che fenderà le acque spagnole.

Tra agosto e ottobre 2024 il team Luna Rossa Prada Pirelli parteciperà alla 37^ America's Cup con l'obiettivo di vincere e portare in Italia il trofeo attualmente nelle mani di Emirates Team New Zealand. L'evento si disputerà a Barcellona (Spagna) e sarà uno dei più spettacolari di quest'anno. C'è grande attesa per tutti e per Gradoni in particolare: la sua prima America's Cup e, letteralmente, un mare di opportunità davanti a sé. Per lui quest'anno il vento è in poppa.

Conta più il talento o la performance?

Penso entrambi. Il talento esiste, c'è e ha un peso in ogni sport. Non significa niente però, se non viene affiancato da un allenamento costante. Serve sacrificio. Poi, ovviamente, atleti che riescono a fare la differenza grazie ad abilità innate ci sono in tutte le competizioni e lì il talento è tangibile, innegabile. Però bisogna andare oltre. Quando, soprattutto a certi livelli, il talento è diffuso, molto dipende dalla testa, dall'impegno, dal lavoro individuale. È questo che fa davvero la differenza.

Tu hai iniziato a vincere molto presto. Come hai reagito, da giovanissimo, ai primi successi?

Io mi sono sempre divertito, tantissimo. Certo, ho avuto la fortuna di trovarmi in un gruppo forte ma anche bello. In Italia il livello è alto e la nostra Nazionale raggiunge traguardi importanti. È motivante e poi ho pensato che dopo i primi risultati positivi non avrebbe avuto senso fermarsi.

Questa condizione non aumentava la pressione su di te?

Vincere in acqua è una cosa che mi riusciva abbastanza bene, non ho mai accusato particolarmente la pressione. Come dico, mi sono sempre divertito. Anzi, tutto questo mi ha spronato ad alzare l'asticella: il mio obiettivo è continuare a migliorare e quindi continuare a vincere. Se vinci non vuoi fermarti, vuoi fare la differenza, è emozionante, lo senti subito. Ancora di più se hai uno spirito competitivo.

Tutti questi traguardi ti hanno portato nel team Luna Rossa Prada Pirelli. Ricordi l'ingresso nel team?

È stato particolare. Era il mio diciottesimo compleanno, mi chiamò Max Sirena (Skipper e Team Director) e mi disse: “La prossima settimana vieni qui, proviamo un po' il simulatore”. Come regalo di compleanno non è stato affatto male.

È stata una sorpresa?

Sinceramente non me l'aspettavo. Anzi, ci è voluto un po' di tempo per realizzare quello che stava accadendo, anche perché quando arrivi alla base del team Luna Rossa Prada Pirelli e ti guardi intorno è incredibile: ti trovi circondato da persone che hai sempre ammirato e improvvisamente quelle stesse persone diventano i tuoi compagni.

A proposito di compagni, hai la possibilità di imparare da timonieri di grande esperienza. Come ti rapporti con loro?

Vanno osservati molto, si guarda e si apprende, si vede come reagiscono a determinate situazioni.

Si può dire che bisogna copiare?

Copiare forse è il termine sbagliato, anche perché poi devo confrontare e rapportare tutto a me. Ti trovi a chiederti e a capire, però, come mai quella persona si è comportata così in una determinata situazione. Ho la possibilità di osservare da vicino Jimmy Spithill, Francesco Bruni, Ruggero Tita, tra i migliori al mondo, i velisti più importanti per una generazione intera. È una fortuna enorme.

Team Luna Rossa Prada Pirelli non è solo l'equipaggio a bordo: come si lavora in una squadra che conta più di cento persone?

Siamo un team, ognuno dà il suo meglio e la somma di tutti i nostri sforzi è proprio quel lavoro di squadra che ti porta alla vittoria. È importante e giusto vedere l'insieme delle cose, ti aiuta a capire come funziona l'intera macchina operativa.

Che ruolo ha la tecnologia e la qualità di una barca nell'America's Cup?

È importante avere un mezzo all'altezza del proprio talento per “volare”, anche se è chiaro che il “veicolo” non può e non deve essere tutto. Noi, esattamente come i nostri avversari, lavoriamo per avere la barca migliore, ma quando la regata inizia è la squadra che fa la differenza.

Sei il più giovane del sailing team. Come percepisci il tuo ruolo?

Più ci penso e più sento di avere tante responsabilità e tanto peso sulle spalle, ma poi in acqua svanisce tutto: penso solo a quello che devo fare, a dare il massimo e a poco altro. Anzi, questa specie di “peso” e questa attenzione da parte dei compagni di squadra mi motiva, mi dà un senso di forza. Voglio dare il massimo per vincere anche per loro, per tutti quanti.

Un timoniere deve essere capace di mantenere la concentrazione per lunghi periodi, anche sotto forti stress fisici e psicologici. Come ti prepari a questo?

La gestione dello stress è in parte come il talento, una cosa innata, ce l'hai o non ce l'hai. Forse è anche una questione caratteriale. Certo, ci si può allenare anche sotto questo punto di vista, ma credo che sia soprattutto qualcosa di istintivo.

Oltre la preparazione atletica e tecnica, cosa ti dà una spinta in più per performare al meglio?

Mi piace lavorare insieme al gruppo, andare in bici e fare esercizi cardio con i miei compagni. Di solito sono momenti di relax, ma anche molto produttivi.

E nel tempo libero?

Faccio un allenamento in più quando posso, e poi cerco di staccare del tutto in compagnia di amici, magari andando al mare: ho una passione per il surf, anche se è sempre più difficile inserirlo nella mia routine.

Riesci a pensare al futuro a lungo termine o al momento vedi solo l'America's Cup?

Sarò sincero: non guardo molto in là, mi piace vivere alla giornata, mi concentro sul presente. Qui e ora.

Cosa farai dopo quest'intervista?

Tornerò subito in palestra, dai miei compagni di squadra.