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Resilienza, la chiave per affrontare le sfide di oggi

Efficiente, personalizzata e molto resiliente. Questa è la formula alla luce dei più recenti eventi globali, afferma Luca Galantina, Head of Value Chain di Pirelli, che include la funzione Acquisti e la funzione Supply Chain.

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Le imprese si sono sempre legate in modo importante alle proprie catene di fornitura, ma gli eventi degli anni più recenti hanno messo sotto i riflettori più che mai queste reti fondate su un bilanciamento perfetto degli equilibri. Una pandemia globale, guerre, shock imprevisti legati alla logistica hanno messo in difficoltà la gestione della catena di fornitura per molte aziende. È per questo che Pirelli si concentra sul costruire una maggiore resistenza per la propria Supply Chain perché possa gestire con efficacia qualsiasi difficoltà dovesse manifestarsi. L'Head of Value Chain, Luca Galantina, descrive come questo processo sta avvenendo in Pirelli nella costruzione della Supply Chain del futuro.

L'intera economia globale ha appena attraversato un momento storico che ha messo sotto forte pressione la gestione delle catene di fornitura. Cosa ha imparato Pirelli da questo periodo?

Credo abbiamo imparato che viviamo in un modo realmente imprevedibile e che l'unico modo per far fronte a questa imprevedibilità è dare vita a una Supply Chain molto resiliente. La resilienza è la nuova priorità. Dobbiamo aggiungerla alle priorità tradizionalmente definite, efficienza e personalizzazione. In questo modo garantiamo una crescita sostenibile e un massimo livello di servizi per i nostri clienti, con uno sguardo al contenimento dei costi.

 

 

Esiste un conflitto tra il bisogno di creare resilienza e la necessità di contenere i costi?

Non sono in conflitto se si pensa ai costi in senso ampio. Prendiamo ad esempio la localizzazione: se la si pensa esclusivamente in termini di minori costi di produzione, potresti decidere che un fornitore lontano potrebbe essere la migliore soluzione, ma costi inferiori nell'immediato potrebbero significare un costo globale maggiore nel futuro, perché bisogna tenere in considerazione i costi aggiuntivi determinati da eventi inattesi. Per esempio, se hai un'interruzione improvvisa della catena di fornitura potresti trovarti a dover utilizzare spedizioni espresse costose per risolvere il problema, con costi inattesi molto più alti. Quindi potresti aver strutturato quella che sembra essere una catena di fornitura molto efficiente e dai costi ridotti, ma il suo essere rigida e non adattabile a esigenze mutevoli può rivelarsi piuttosto costoso nel lungo termine.

 

Cosa sta facendo Pirelli per rendersi più resiliente rispetto a eventi non prevedibili?

La definizione di “eventi non prevedibili” è applicabile a una vasta gamma di possibili eventi. Senza dubbio, crisi geopolitiche rilevanti come il conflitto russo-ucraino o la più recente situazione in Medio Oriente, hanno un impatto sia emotivo sia sul business. Ci sono altri eventi impattanti, come può essere stato l'incidente del 2021 nel Canale di Suez che ha visto una nave uscire fuori rotta e incagliarsi, bloccando il passaggio. Ci sono situazioni che sono il risultato di un graduale cambiamento climatico, come la recente crisi idrica nel canale di Panama, che ha ridotto il traffico marittimo. Ci sono poi tensioni legate alla catena di fornitura che possono essere determinate dai cambiamenti economici, come l'innalzamento improvviso dei costi del trasporto marittimo sperimentati nel 2021 o la carenza strutturale di personale nella logistica, in particolare di addetti ai magazzini e conducenti. Per essere pronti a questo tipo di eventi non predeterminabili, ci stiamo muovendo in tre direzioni principali. La prima, localizzazione della produzione e della fornitura delle materie prime. La seconda, flessibilità – se questi eventi per loro natura non possono essere previsti, noi dobbiamo essere veloci nel rilevarli e nel reagire. La terza, la gestione del rischio deve essere centrale nella nostra strategia sia in termini di approvvigionamento che di struttura della nostra catena di fornitura.

 

Che forma assumerà la localizzazione?

La localizzazione cambierà considerevolmente la struttura della nostra catena di fornitura. Abbiamo un obiettivo specifico nel nostro piano industriale, che è quello di raggiungere il 90% della domanda di prodotti finiti colmato dalla produzione locale. Dal punto di vista dell'approvvigionamento, chiediamo ai nostri fornitori di incrementare il loro livello di localizzazione ridefinendo la loro presenza industriale o la rete distributiva. Chiaramente vi sono dei limiti alla localizzazione delle risorse, per esempio la produzione di gomma naturale non può essere localizzata in Europa o Nord America. Ma la maggior parte degli altri fornitori possono estendere la loro presenza per includere Paesi nei quali hanno sede i nostri impianti produttivi: un fornitore con una fabbrica in Giappone o Indonesia potrebbe aprire uno stabilimento in Messico per l'approvvigionamento della nostra fabbrica. Stiamo facendo lo stesso per i nostri clienti, le case automobilistiche, stiamo accrescendo il nostro network globale per essere più vicini ai loro impianti produttivi. 

 

Ci sono occasioni per utilizzare nuove tecnologie come l'intelligenza artificiale per ridurre i rischi? 

Penso che l'utilizzo dell'intelligenza artificiale sarà un punto di svolta. Farà una grande differenza tra l'essere un leader o essere un seguace, e il leader sarà chi implementerà in modo più efficace l'intelligenza artificiale lungo la catena di fornitura. Stiamo già lavorando sull'implementazione di algoritmi basati sull'intelligenza artificiale, in grado di analizzare la catena di fornitura, in modo da rilevare e prevedere problemi potenziali. La nostra ambizione è quella di usare l'intelligenza artificiale non solo per anticipare gli eventi, ma anche le motivazioni che li determinano e suggerire i comportamenti da mettere in atto. Non ci sono dubbi sul fatto che l'intelligenza artificiale diverrà un fattore determinante rispetto al livello di prestazione che potremo erogare.

 

Pirelli si è data degli obiettivi molto ambiziosi nella riduzione delle emissioni di CO2 nella supply chain, prevedendo il conseguimento di una riduzione del 90% per le emissioni di Scope 3 determinate da fornitori entro il 2040. Questi obiettivi hanno cambiato il vostro approccio rispetto alla gestione della supply chain e dei fornitori?

Per conseguire quegli obiettivi di decarbonizzazione abbiamo sviluppato una metodologia consolidata per definire i nostri processi con i fornitori di materie prime. Per prima cosa abbiamo chiesto loro di fornirci i dati principali relativi alle loro emissioni. Poi abbiamo chiesto loro di condividere i loro obiettivi di decarbonizzazione, preferibilmente pubblici e certificati da SBTi (Science-Based Target Initiative) come noi. Successivamente chiediamo loro di mostrarci i progetti che svilupperanno per raggiungerli e la relativa pianificazione temporale. Infine abbiamo definito una struttura di governance per valutare questo piano di implementazione per valutare se tutto stia procedendo secondo le previsioni e suggerire ulteriori idee o progetti legati al tema della decarbonizzazione. Guardando in avanti, un fattore chiave per i fornitori, utile a conquistare nuovi mercati, sarà la loro capacità di far combaciare i propri requisiti di sostenibilità con quelli dell'azienda.

 

Guardando al complesso della catena di fornitura di Pirelli oggi, cosa vi aspettate sarà diverso nel 2040?

Il 2040 non è così lontano.  Credo che possiamo essere certi che per allora sarà inclusa molta più energia elettrica e l'utilizzo di altri carburanti privi di carbonio nel sistema di gestione logistica. Allo stesso tempo sarà più intermodale e probabilmente dotata di sistemi di trasporto a guida autonoma. Mi aspetto che nel 2040 avremo un sistema di supply chain a guida autonoma, supportato da algoritmi definiti grazie all'intelligenza artificiale che consentiranno ai pianificatori di garantire piani di produzione ottimali e l'allocazione dei prodotti disponibili, oltre a una valutazione rapidissima degli scenari di rischio per prevenire potenziali crisi. Le nostre persone saranno essenziali in questo processo di trasformazione, particolarmente grazie alle loro competenze in ambito digital. Dobbiamo investire nel dedicare loro una formazione che li renda protagonisti di questo percorso.  Per cui sì, ci saranno tanti cambiamenti, volti al miglioramento.

 

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