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Donne e STEM, un binomio in continua trasformazione

Raffaella Donetti, responsabile di Open Innovation and Knowledge Management Pirelli, racconta il suo percorso nel mondo dell’innovazione e della ricerca

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Scienza e innovazione ci mettono di fronte a una rivoluzione silenziosa ma potente: le donne emergono come leader, in un binomio women-STEM che funziona, e anzi guida il cambiamento.

Raffaella Donetti rientra in questa combinazione. Da oltre vent'anni lavora nel mondo dei materiali, dal 2015 fino a poco tempo fa ha diretto il team di Applicazioni e Progetti Speciali di Pirelli, al quale si è aggiunto lo scorso anno quello dei Materiali Innovativi, responsabile dello sviluppo di tecnologie innovative utili a soddisfare le esigenze specifiche dei consumatori e del settore automobilistico. Da gennaio nel ruolo di responsabile per Open Innovation e Knowledge Management interagisce con Università e centri di eccellenza con l'obiettivo di creare una rete di progetti a supporto della strategia aziendale.

Quando e come hai deciso di intraprendere il tuo percorso STEM?

Le materie scientifiche hanno sempre esercitato su di me un grande fascino. Dopo aver terminato il liceo, ho deciso di iscrivermi al corso di laurea in Chimica Macromolecolare presso l'Università Statale di Milano e ho successivamente proseguito i miei studi al Politecnico di Milano, specializzandomi in Scienza dei Polimeri.

La mia passione per la ricerca applicata mi ha condotto a Pirelli, dove ho iniziato il mio percorso professionale grazie a una borsa di studio: era la strada che desideravo intraprendere e sono molto soddisfatta della mia scelta.

Di cosa si occupa chi lavora all'interno della funzione materiali?

Lavorare su progetti di innovazione dei materiali significa sviluppare nuove soluzioni volte a ottimizzare le prestazioni e la sostenibilità degli pneumatici.

Il processo inizia con una nuova idea di cui si valuta il potenziale e a partire dalla quale si avvia il percorso di innovazione, che applica la nuova tecnologia allo pneumatico. Le strade che si percorrono sono completamente inesplorate, perché i materiali non esistono o sono utilizzati in applicazioni completamente diverse.

I progetti sono seguiti in tutte le fasi dello sviluppo, dall'idea alla realizzazione finale nello pneumatico, che comprende la parte tecnica e quella di coordinamento trasversale di molte discipline, dall'individuazione delle competenze necessarie, allo sviluppo di nuovi metodi di caratterizzazione e di testing, fino alla ricerca di partner che ne permettano la produzione.

È un lavoro non solo interessante, ma anche molto stimolante.

Quali sono le sfide che affronti o che hai affrontato nel tuo percorso?

Un cambio di ruolo è sempre una nuova sfida, e da gennaio 2024 sono responsabile in R&D per Open Innovation e Knowledge Management.

La funzione si occupa di implementare il modello di Innovazione aperta verso il mondo esterno per supportare la strategia aziendale, attraverso la gestione di programmi e progetti che vedono il coinvolgimento di università, centri di eccellenza e di partner tecnologici, che possono essere stakeholder pubblici e privati.

Nella gestione della conoscenza, la funzione si occupa di strutturare e gestire sistemi e processi di condivisione, della protezione delle informazioni confidenziali, e di preparare tutta la reportistica della funzione R&D verso l'esterno, grazie all'implementazione di sistemi digitali.

Inoltre, gestisce la R&D Academy il cui obiettivo è supportare lo sviluppo ed il consolidamento delle competenze tecniche strategiche interne a Pirelli.

Dopo un primo approccio al mondo del lavoro negativo - al terzo colloquio della selezione mi fu detto che sarei stata assunta se fossi stata un uomo - ho invece avuto la fortuna di incontrare Pirelli e iniziare qui il mio percorso lavorativo, con responsabili privi di pregiudizi e in un ambiente caratterizzato da una importante presenza femminile, dove mi sono sempre sentita accolta e rispettata, sia come donna che come madre.

In particolare, la direzione R&D Materiali ha avuto il merito di aver raggiunto, negli anni, l'equilibrio di genere nella struttura manageriale

La sfida continua che affronto ogni giorno, non legata al mio percorso nelle STEM, è quella di riuscire a bilanciare il lavoro con la vita privata, trovando il giusto equilibrio tra le tante priorità.

Oggi ti trovi a relazionarti spesso con le università. Secondo te le ragazze rispetto al passato sono maggiormente incoraggiate a scegliere un percorso STEM?

Sì, rispetto al passato, c'è un crescente incoraggiamento per le ragazze a intraprendere percorsi STEM. Le università e le istituzioni educative stanno mettendo in atto numerose iniziative per promuovere la partecipazione femminile in ambiti che in passato sono stati caratterizzati da una forte predominanza maschile. Questo include la creazione di borse di studio specifiche, programmi di mentorship e la promozione di role model femminili nel campo STEM.

Nonostante questi progressi, rimane ancora molto da fare per raggiungere la parità di genere in questi settori. La persistenza di stereotipi di genere e la mancanza di rappresentanza femminile in posizioni di leadership sono solo alcune delle sfide che devono essere affrontate.

Che consiglio daresti a una ragazza che vuole intraprendere questo percorso?

Non rinunciare ancor prima di aver iniziato. È importante cercare di perseguire i propri sogni e, soprattutto, tentare di fare ciò che ci appassiona, indipendentemente dalle difficoltà del percorso. Quando esiste motivazione ed entusiasmo, si superano le sfide e gli ostacoli, rendendo possibile la realizzazione dei propri progetti. E spesso si scopre che le strade da percorrere sono più aperte di quanto si immagina.

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