Sette circuiti, ventidue chilometri di lunghezza e quindici tipologie di possibili test: sono queste, in breve, le caratteristiche del Circuito Panamericano di Elias Fausto, comune brasiliano dello stato di San Paolo. Si tratta del più avanzato impianto per il collaudo dei pneumatici Pirelli. Immaginato a partire dal 2012, è stato inaugurato nel 2020 e da febbraio 2021 è diretto da Camila Maluf, che vanta un'esperienza pluridecennale nel settore motorsport. «È come giocare a scacchi: si procede in avanti spostando, una casella dopo l'altra, tutte le pedine». Camila descrive così il suo ruolo all'interno del Circuito, utilizzato non solo per testare i nuovi prototipi di pneumatico concepiti dalla R&D Pirelli, ma anche per eventi, collaudi e attività di soggetti esterni, che usufruiscono degli spazi del complesso: «Il calendario e l'agenda sono i miei strumenti di lavoro indispensabili. Il Circuito Panamericano viene utilizzato in primis da Pirelli per sperimentare le tecnologie che vengono studiate all'interno dell'azienda. Ma le piste e le nostre strutture sono disponibili anche per altri attori, che le utilizzano per i loro programmi. Io lavoro qui da febbraio 2021 e il mio primo compito è stato quello di far conoscere all'esterno la nostra offerta: la risposta è stata fantastica, infatti l'interesse verso la pista è altissimo. Giocare a scacchi significa quindi incastrare tutte queste necessità, privilegiando ovviamente le esigenze aziendali. Il gruppo ha compreso benissimo l'efficacia di un utilizzo “trasversale” di questo centro, testimonianza dell''innovazione tecnologica di Pirelli. L'opinione dei clienti dopo un'esperienza all'interno del Circuito è la misura dei nostri risultati. E sono risultati positivi».

Formatasi nell'ambito del marketing, Camila Maluf conosce da vicino l'ambiente del Motorsport e ha assistito ai suoi cambiamenti, soprattutto per quanto riguarda l'ingresso e la partecipazione femminile al settore, considerato da molti un territorio esclusivamente maschile. «In Brasile le iniziative per avvicinare le donne al Motorsport sono numerose: ci sono programmi per donne ingegnere, per posizioni di tecniche e di pilote, non esistono solo giornaliste o fotografe come poteva accadere in passato. Io lavoro in questo settore dal 2005 e sono molto felice di vedere come negli anni, soprattutto in Brasile, la presenza femminile in quest'area sia cresciuta. La mia stessa esperienza in Pirelli spero possa essere d'ispirazione per le generazioni future. Non posso negare il fatto che questo settore sia stato inizialmente concepito da e per gli uomini, ma noi donne stiamo conquistando il nostro spazio: non è stato semplice, ma ora, dopo anni nel settore, posso dire che a parlare per tutti sono le competenze e i risultati». Guardando al futuro, alle giovani donne interessate a intraprendere una carriera simile alla sua dice: «Fondamentale è la capacità di fare e creare networking: è essenziale esserci, essere presente perché le opportunità si possono presentare in qualsiasi momento. Bisogna poi credere nella propria passione ed esprimere sempre la propria opinione, portando il proprio punto di vista e la propria unicità sul posto di lavoro e nelle varie situazioni professionali che si attraversano».

Riflettendo sul proprio percorso lavorativo, rivela di essere stata da sempre interessata a ciò che accadeva “dietro le quinte”. Che si trattasse di una gara, del lancio di un nuovo prodotto o della fase di prototipazione di uno pneumatico. «Ciò che mi ha da sempre affascinata è il lavoro nel backstage, l'impegno che si nasconde nelle settimane prima di un grande evento. Non ho mai sognato, per esempio, di essere una pilota: volevo però capire come fosse possibile garantire l'organizzazione migliore per permettere ai piloti di correre con successo e soprattutto in sicurezza, il che implica molto sforzo dietro le quinte – basti pensare ai test sugli pneumatici. Occuparsi di quello che in apparenza non si vede è ciò che mi stimola». Di questi quattro anni al Circuito Panamericano, di cui tre da Direttrice, racconta: «Nel corso del tempo abbiamo individuato nuovi metodi di lavoro, scrivendo numerosi “white papers” che raccolgono il nostro modus operandi. Il precedente impianto di prova – sito a Sumaré, ora non più in funzione – non era aperto al mercato. Qui a Elias Fausto abbiamo individuato la strategia migliore per presentarci a stakeholders esterni, facendo conoscere le infrastrutture e i servizi di cui siamo dotati e bilanciando quest'attività con le iniziative aziendali tipiche di un campo di prova».
Maluf traccia poi un parallelismo tra gli avanzamenti tecnologici che ha visto testati sul campo e la partecipazione e la crescita in termini di carriere delle donne nel Motorsport: «questo settore è cambiato in maniera repentina negli ultimi anni. L'esempio che a questo proposito faccio è legato ai veicoli elettrici. Quest'ultimi impiegano materiali e componenti differenti, hanno caratteristiche di consumo e suono non paragonabili a quelle delle vetture standard. Gli pneumatici che adottano sono quindi diversi, così come i test che vengono effettuati nella fase di collaudo. Il mercato si è evoluto, Pirelli ha interpretato questa trasformazione, declinandola anche all'interno delle strutture del Circuito Panamericano. Allo stesso modo l'intero settore ha abbracciato la diversità, in termini di presenza femminile al suo interno: le donne impegnate a vario titolo in questo scenario sono sempre di più. Anche in questo l'azienda si è dimostrata all'avanguardia».

Le sfide che riserva il futuro sono molteplici e gli obiettivi che il Circuito Panamericano vuole raggiungere sono fissati nel tempo. «Nuove piste per nuove tipologie di test, non solo per le due ruote o per le vetture. Nuove partnership e nuovi format di eventi». Continuando poi a tracciare la strada per tutte le donne che vogliono far parte di questo settore, facendone propri gli spazi.