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Il senso di Stefano Casiraghi per la bicicletta

Da corridore a meccanico, il ventottenne Stefano Casiraghi è nel team Colpack e aiuterà gli amatori del velo Pirelli a prendersi cura della propria bicicletta

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Stefano Casiraghi ha solo 28 anni, ma ha già vissuto tante sfumature del ciclismo: è stato corridore, meccanico, assistente alle corse. Sempre con al centro lei, la bicicletta, la sua passione e il mezzo di trasporto chiave per la smart mobility.

Oggi Stefano, nato nell'hinterland milanese, è il meccanico di riferimento del team Colpack (gommato Pirelli) e ha creato un'officina in cui mette a disposizione dei cicloamatori un'assistenza da ciclista vero: «L'idea è di trasmettere all'utente finale il trattamento che ha un professionista sul campo di gara», racconta, descrivendo con orgoglio la sua officina sotto casa «piccola ma pulita, curata, in cui il cliente ha tutto a sua disposizione, dal frigo-bar con le bibite a un trattamento su misura per lui e il suo mezzo». Per questo, lavora solo su appuntamento, e spesso va lui a casa di chi ha bisogno di cure per la bicicletta.

Il senso di Stefano Casiraghi per la bicicletta
Il senso di Stefano Casiraghi per la bicicletta

Dopo una breve carriera in sella, fino all'under 23, Stefano ha scelto di assecondare la sua vera vocazione: «Anche quando correvo, ho sempre guardato più alla parte tecnica del mezzo. Preferivo trascorrere giornate intere a lavare e riparare la bicicletta, che non ad allenarmi sui pedali». Per questo ha iniziato a lavorare in un negozio, in cui ha imparato bene il lavoro di meccanico. 

Nei weekend, intanto, seguiva la Scott (ex Shimano) alle gare, specializzandosi nel cambio gomme. Lavorava in “assistenza neutra”, sulle macchine che seguono tutti i corridori e li aiutano quando le ammiraglie dei team non riescono. Ha seguito il Giro d'Italia donne, il Giro d'Inghilterra, il Giro di Romandia e due campionati Europei, in Olanda e a Glasgow, la sua corsa preferita «per gli scenari spettacolari: adoro i paesaggi anglosassoni».

Sette giorni su sette a maneggiare biciclette, e in situazioni diverse, gli sono valse la chiamata di un grande produttore di pneumatici per biciclette, Vittoria, dove è rimasto per quattro anni. Anche qui ha lavorato alle gare, sia su strada che su mountain bike. 

Nel 2019 ha seguito come meccanico alcune gare del team Valcar, secondo classificato al campionato italiano femminile, mentre dal 2020 ha deciso di mettersi in proprio, dedicandosi alla cura dei suoi clienti privati e accettando l'incarico del team Colpack, di cui è diventato meccanico ufficiale, entrando in contatto con l'universo Pirelli. Un altro passo verso il sogno nel cassetto: «Entrare in un team del World Tour come meccanico, un lavoro che ritengo umile, ma fondamentale. Devi essere sempre a disposizione, e non puoi sbagliare nulla, tutto dev'essere perfetto».

Ogni tanto va ancora in bicicletta, comunque: «Prevalentemente faccio un po' di enduro, sia in bici e anche in moto, comunque sempre off road, in mezzo alla natura. Se devo stare vicino a casa, vado sul Monte Canto». Del lavoro con il team professionistico lo entusiasmano soprattutto gli spostamenti: «Mi piace viaggiare, macinare chilometri su strada, vedere nuovi posti nel mondo». 

Nella sua officina, dove tratta soprattutto sospensioni, e-bike e mountain bike, invece ama soprattutto coccolare i suoi clienti, trattare loro e le loro biciclette come se si preparassero a una gara vera. È un professionista che assiste degli amatori, al ritmo punk-rock delle sue cuffie: «Quando lavoro ho la mia musica, voglio essere sempre al massimo». 

Lo stesso modo in cui si sentono le persone dopo che Stefano ha messo le mani sulla loro bicicletta.

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