Quante volte abbiamo guardato un collega e visto una persona? Mi è capitato più spesso in questi giorni di smart working. Quando dietro al mezzo busto che compare nel riquadro dell'Ipad si intravede per un secondo lo spicchio di una foto, un bambino che insegue la sorella, un marito che passa, si scusa per essere finito nell'inquadratura, e schizza via come un intercity.
Allora cominci a cercare altri dettagli, altri indizi, noti i colori, i vestiti informali, le pose comode che rendono più umani. Vedi molto di più del solito Luca in grisaglia, di Maddalena in tailleur, di Giorgio con le scarpe un pò sformate. Improvvisamente vedi uomini e donne. Più fragili, più umani, più veri. È Il paradosso di una distanza che avvicina e mette a fuoco ciò che davvero ci rende unici: l'invisibile.