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On the Road (e dietro l'obiettivo)... con Bryan Adams

Per la prima volta nella storia del Calendario Pirelli, il suo fotografo appare ritratto tra le sue pagine

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Considerata la sua lunga carriera di musicista, con tanto di Grammy Award, il tema degli scatti di Bryan Adams per l'iconico Calendario Pirelli non avrebbe potuto essere diverso. I suoi ritratti on the Road catturano la vita dell'artista in tour, dall'entusiasmo e glamour del protagonista che si prepara per lo show, fino alla suggestiva solitudine della camera dell'hotel a spettacolo concluso.

D'altronde, era chiaro che Adams avrebbe dovuto fare la propria parte di fronte alla macchina fotografica, insieme al resto del cast stellare del Calendario, in considerazione del fatto che “on the road è dove mi trovo da 45 anni a questa parte”. Bryan Adams segue fotografi leggendari che si sono occupati di The Cal del calibro di Terence Donovan, Helmut Newton, Herb Ritts, Richard Avedon e Annie Leibovitz, ma è il primo in assoluto a essere anche ritratto tra le sue pagine.

Il cantautore, chitarrista e produttore discografico canadese da tempo coniuga due diverse carriere, quella di musicista in tour e quella di fotografo, ritraendo personaggi quali Sir Mick Jagger, John Boyega, Naomi Campbell e persino la Regina Elisabetta, che ha fotografato in occasione del suo Golden Jubilee.

I dieci membri del cast, Cher, Iggy Pop, Jennifer Hudson, Rita Ora, Normani, Grimes, St. Vincent, Kali Uchis, Bohan Phoenix e Saweetie, sono stati fotografati presso due iconiche località a Los Angels (il Palace Theatre, con una storia lunga 110 anni, e l'Hotel Chateau Marmont di Hollywood) e a Capri, all'Hotel La Scalinatella.

Lavorare con l'artista canadese è stato straordinario, così hanno dichiarato i musicisti Rita Ora, Jennifer Hudson e Bohan Phoenix. Grimes, che è arrivata sul set dopo una stressante notte insonne, ha spiegato che Adams “ha reso tutto straordinario, è una persona assolutamente fantastica.” St. Vincent, grande fan della musica di Adams, è d'accordo con Grimes e aggiunge che l'artista, oltre che essere adorabile, è un incredibile fotografo.

Bryan Adams, 61 anni, ha sviluppato le idee per le potenti immagini atmosferiche con il Direttore creativo Dirk Rudolph, un graphic designer tedesco con il quale collabora dal 1996.

“Una caratteristica di tutti i fotografi è il desiderio che le cose non appaiano normali, il desiderio di dare vita a un'immagine memorabile: perciò, quando crei queste immagini, provi e generi cose che certamente riguardano il concetto "on the road", ma che sono anche immagini che creano fantasia", spiega Adams.

Come sei arrivato al tema “on the road”?

Non è stato difficile, sono onesto, perché "on the road" è il luogo dove mi trovo da 45 anni a questa parte. Quando l'ho proposto, ho pensato che forse questo tema era già stato trattato, data la sua ovvietà, e ho pensato che il rapporto simbiotico sarebbe stato potente, ossia l'idea di musicisti in viaggio abbinata al produttore di pneumatici. Per me era un'idea sensata. Ho pensato che forse era un po' eccessiva, ma poi alla fine è piaciuta a tutti.

Puoi descrivere in che modo le fotografie raccontano la storia del tour, dell'esibizione e dell'essere "on the road"?

Sarebbe veramente difficile riuscire a riassumere tutto ciò che riguarda il concetto di ‘on the road' in un paio di giorni. Ciò che ho provato a fare è la rappresentazione di alcuni dei suoi aspetti … ad esempio, i musicisti non vedono mai la parte anteriore dell'edificio, vedono solo quella posteriore, vediamo la porta del palco, l'area del backstage, il seminterrato di un edificio … passiamo dal palco alla portiera dell'automobile, alla porta dell'hotel, del treno, dell'autobus, attraversiamo una serie di porte, ma sempre di viaggio si tratta.

Questa è la prima volta che il Calendario si avvicina alla musica e ai musicisti con queste modalità e tu, come musicista e come fotografo, occupi una posizione unica. Puoi raccontarci?

Sono molto contento che questi due campi siano uniti e che si relazionino tra loro in un mondo che sento mio. Per me lavorare con altri musicisti e avere la possibilità di dare un'occhiata al loro mondo e capire come sia fatto è stata una splendida esperienza: tutto è cambiato moltissimo e l'immagine è diventata una parte incredibilmente importante di quanto accade ora con la musica. Un artista può oggi cambiare completamente il modo con cui vuole essere rappresentato in una singola fotografia, lo può fare per proprio conto, lo può controllare... perciò riuscire a controllare la propria immagine è interessante dal punto di vista fotografico e artistico per i musicisti e in particolare modo per le donne.

Che cosa vorresti che le tue fotografie comunicassero?

Spero che le persone amino la fantasia e la realtà che ho ritratto in queste immagini. È solamente un campione di cosa avrebbe potuto essere e sfortunatamente non c'è lo spazio... avremmo bisogno di un book per ciascuna persona per potere raccontare tutta la storia, ma qui si tratta di uno sguardo, e di uno sguardo interessante, [di] ciascun artista.

Qual è il tuo ricordo preferito "on the road"?

C'è una citazione, credo che provenga dal film degli anni '70 Apocalypse Now, dove un soldato racconta della sua esperienza nella giungla: in ogni giorno trascorso nella giungla aveva il desiderio di tornare a casa, ma una volta a casa, voleva tornare nella giungla: è un po' quello che accade con i musicisti. Accade che una volta conclusa un'esperienza, poi la vogliono ripetere ancora e ancora.

Che cosa significa il tour per te?

Sono stato in tour per tutta la vita, non saprei proprio come spiegartelo. È come avere un'altra famiglia e tutto ciò mi manca per colpa del Covid.

Il ritorno "on the road" ti entusiasma?

È interessante, ho avuto tempo per riflettere e non avevo mai pensato che tutto ciò sarebbe accaduto, neppure nei miei incubi peggiori ho mai pensato che tutto il mondo si sarebbe chiuso e che noi non avremmo più potuto viaggiare. Sono molto contento di ritornare "on the road", anche se devo dire che ho apprezzato il periodo di lockdown. Ho trascorso un bel periodo con la mia famiglia, ci siamo divertiti al chiuso nella nostra bolla, ma la bolla si sta ora riaprendo, il mondo si sta riaprendo e spero che si possa andare avanti così.