Il connubio architettura-ingegneria non è sempre stato un dato di fatto. Nella metà del 1700 si ebbe per la prima volta una scissione tra queste due discipline, tra la "tecnica e l'arte". A partire dalla metà del 1800 questa divisione divenne sempre più netta, grazie anche al progresso dell'industrializzazione, e i risultati sono stati evidenti nelle grandi esposizioni. Una prima riunificazione avvenne nel 1851, con il Palazzo di Cristallo di Londra ad opera di Joseph Paxton, e successivamente con la Biblioteca Nazionale di Parigi, costruita da Henri Labrouste nel 1858. In queste due strutture infatti, gli elementi costruttivi, non essendo più nascosti, diventavano parte integrante del progetto architettonico, mostravano un valore proprio, indipendente. Tuttavia dovette passare un secolo di anonimato affinché queste due discipline formassero nuovamente un tutt'uno, grazie alla nascita del Centre Pompidou, o Beaubourg, costruito a Parigi dall'architetto italiano Renzo Piano e da Richard Rogers. Tale unione, o per meglio dire, fusione, è alla base dei principi dell'architettura high tech, un modo nuovo di progettare, che nella società degli anni '60 e '70 del Novecento è diventato capacità di esprimere significati, veicolare messaggi, essere in relazione con l'ambiente esterno e, concetto da cui deriva il nome. Tutto ciò facendosi spazio nel precedente periodo dell'Architettura Moderna, le cui idee vennero riprese in parte e arricchite attraverso una maggiore innovazione nei supporti tecnologici (nella storia dell'architettura questa corrente viene anche definita "post modernista", sebbene solo per quel che riguarda una prima fase di quest'ultima). Gli architetti high tech puntano a scioccare, creare nuove opere con soluzioni tecniche adottate in modo chiaro, brillante e "ribelle".
L'edificio high tech
L'edificio high tech, già a prima vista, non è una costruzione come tutte le altre. Un'importante peculiarità è quella della trasparenza della parte esterna. Ciò che è dentro deve vedersi, deve essere mostrato con chiarezza, i componenti tecnici e funzionali devono essere in bella vista. Per questo motivo l'architettura high tech è a capo di un processo di esteriorizzazione di ciò che generalmente serviva a reggere la materia, che stava nelle retrovie; la facciata dell'edificio è concepita come una membrana più o meno trasparente che interagisce fortemente con l'esterno, mentre luce e materia sono da considerarsi elementi fondamentali in fase di ricerca, progettazione e sviluppo.
Grande importanza rivestono anche gli interni, suddivisi orizzontalmente e verticalmente seguendo una griglia modulare che rende possibile il massimo controllo su tutta la superficie della costruzione. Normalmente gli edifici high tech si classificano in 4 categorie:
1. la maglia
2. il tunnel monodirezionale
3. la cupola geodetica
4. l'edificio in altezza
Il rispetto degli elementi tecnici è il filo conduttore di moltissimi architetti high tech e tutti si sono basati sui progressi tecnologici del periodo in cui l'opera veniva sviluppata e successivamente costruita in un determinato posto. Tra i principali architetti a livello internazionale che hanno e stanno ancora oggi dando lustro a questa corrente architettonica troviamo, come anticipato, Renzo Piano, Norman Foster, Richard Rogers e Richard Buckminster Fuller. Ognuno di questi architetti ha contribuito in modo significativo all'affermazione di una cultura urbanistica di stampo high tech come corrente di passaggio tra modernismo e post-modernismo a tutto tondo ed evoluto, che con il passare degli anni ha puntato a diventare qualcosa di diverso dall'high tech stesso, per questo motivo considerato una sorta di periodo grigio tra due grandi correnti.
Esempi di architettura high tech
La Cattedrale di Brasilia è uno dei primi esempi dell'architettura high tech. Realizzata dall'architetto Oscar Niemeyer negli anni Sessanta (inaugurata nel 1970), è basata su un design di forma iperboloide e la struttura è stata costruita in cemento armato. Particolare è il tetto in vetro, realizzato come se si trattasse di due mani rivolte verso il cielo. Questa meravigliosa opera è alta 40 metri, si sviluppa su un'area circolare di 70 metri e poggia su sedici pilastri tutti uguali tra loro e dal peso, ognuno, di ben 90 tonnellate, i quali danno slancio all'intera struttura conferendole un significato spirituale di grande rilievo e impressione. I vetri esterni trasparenti della facciata, aggiunti nel 1970 a conclusione dei lavori della struttura principale, riempiono i vuoti tra un pilastro e l'altro conferendo cromaticità e allo stesso tempo trasparenza, uno degli elementi maggiormente ricorrenti nell'architettura high tech.
Altro importante esempio di architettura high tech è la Willis Tower, o Sears Tower, che si trova a Chicago, capitale dell'Illinois, negli Stati Uniti d'America. Il progetto fu realizzato dagli architetti Bruce Graham e Fazlur Khan e i lavori iniziarono nel 1970. Nel 1973 la torre era ultimata e rappresentava l'edificio più alto al mondo (443 metri, record mantenuto fino al 1998). Nove grandi strutture tubolari quadrate, diverse tra loro e affiancate si ergono nella skyline di Chicago, dando vita a ben 110 piani effettivi su cui sorgono balconate trasparenti in vetro e sospese nel vuoto da cui vedere il magnifico panorama. Esteriormente la Sears Tower mostra vetrate color bronzo, incorniciate da alluminio anodizzato di colore nero. Anche in questa imponente opera le caratteristiche peculiari dell'architettura high tech emergono con forza, il suo cuore industriale è ben evidente e la modularità della composizione risulta uno dei fattori chiave della sua bellezza, dell'energia che emana e della sua originalità.
Dagli Stati Uniti passiamo ad Hong Kong, dove tra il 1979 e il 1985 è stata realizzata la nuova sede centrale della HSBC, uno dei più grandi gruppi bancari al mondo. Ad occuparsi del progetto è stato l'architetto inglese Norman Foster, maestro dell'architettura sostenibile basata sul rispetto dell'ambiente e sull'utilizzo di energie rinnovabili, che ha dato vita ad un palazzo alto 180 metri, con 47 piani sopra il livello della strada e 4 livelli sotterranei. Per costruire la sede centrale della HSBC il team di Foster ha optato per mettere insieme 8 piloni, ognuno formato da 4 tubi, i quali sostengono l'edificio che esternamente mostra con chiarezza la suddivisione dei servizi, scale e ascensori, spostati sulle parti laterali, rispetto agli interni naturali veri e propri. Acciaio e alluminio sono i materiali utilizzati prevalentemente per la realizzazione del progetto di Foster, che ha ideato un rivoluzionario sistema portante basato solo su piloni a vista. All'interno infatti, nessun sostegno è stato previsto. Altra caratteristica innovativa, che rientra nella forte tradizione high tech, è stata l'introduzione di un sistema di gestione dell'illuminazione naturale del tutto automatizzata. Alcuni computer gestiscono degli specchi che riflettono i raggi del sole dall'atrio a tutto il palazzo, mentre per il sistema di condizionamento l'acqua di mare rappresenta il refrigerante evitando di sprecare acqua potabile.
In Italia, uno dei più imponenti progetti high tech si trova nella città di Napoli, ed è il Centro Direzionale, che rappresenta al giorno d'oggi l'unico complesso di grattacieli d'Italia e dell'Europa meridionale. Progettato dal giapponese Kenzo Tange, il complesso è stato ultimato nel 1995, dopo dieci anni di lavori. Si tratta di un agglomerato di grattacieli adibiti ad uso ufficio, che si estende su un'aria di circa 110 ettari. Tra gli altri architetti che hanno contribuito al progetto di Tange realizzando i singoli grattacieli, troviamo Renzo Piano, che disegnò il palazzetto dell'Olivetti, Massimo Pica Ciamarra, che affiancato da un team di architetti qualificati si occupò di far nascere le due Torri ENEL, e Nicola Pagliara, che progettò le Torri del Banco di Napoli oltre che il Palazzo dell'Edilres. Da segnalare anche il grattacielo TIM, alto 129 metri e per quindici anni l'edificio più alto del Belpaese.
Al centro del complesso di edifici occupati da aziende e attività commerciali, si trova un viale verde intervallato da piazze e fontane, mentre nel luogo sottostante sono stati fatti interventi specifici per la realizzazione della stazione di Napoli Centro Direzionale della Circumvesuviana, parcheggi, scale mobili e arterie di collegamento con la rete stradale cittadina. L'aspetto fortemente moderno delle facciate in vetro e alluminio del Centro Direzionale rappresenta un elemento di rottura affascinante con l'antichità degli edifici del centro di Napoli, da sempre considerata la casa dell'arte e dell'architettura, e con lo sfondo "illuminato" dalla statuaria presenza del Vesuvio. Il paesaggio che ne viene fuori non appartiene né al passato né al futuro, ma all'animo unico e sempre presente di una metropoli in cui tutti possono lasciare il proprio segno e realizzare opere indimenticabili con semplicità e grande senso artistico.