Da Bruno Munari che realizza un'ingegnosa macchina natalizia per far cadere a “pioggia” la neve sull'albero di Natale al processo di produzione dei giocattoli Pigomma illustrato da Fulvio Bianconi. Da un viaggio tra le vetrine natalizie dei più lussuosi negozi di New York e Parigi nell'articolo di Albe Steiner del 1955 alle illustrazioni materiche di André François. E poi? Il Natale secondo Umberto Eco: tra una lettera al figlio e un racconto satirico sul “Natale dei consumi”.
“Pirelli. Rivista d'informazione e di tecnica” è una rivista pubblicata a cadenza prevalentemente bimestrale dal 1948 al 1972. La rivista accoglie contributi che spaziano dall'arte all'architettura, dalla sociologia all'economia, dall'urbanistica alla letteratura. L'intento della testata, ideata da Arturo Toffanelli che la dirigerà fino al 1957 con Giuseppe Luraghi e Leonardo Sinisgalli, era infatti quello di saldare la cultura tecnico aziendale con la cultura più largamente intesa. A guidare la rivista dopo Tofanelli saranno il “Direttore Propaganda” Pirelli Arrigo Castellani e, nell'ultima fase, Gianfranco Isalberti. Sulla pagine della rivista si svolge per oltre due decenni uno dei più avanzati dibattiti culturali del Paese: alla pubblicazione collaborano infatti grandi autori come Dino Buzzati, Umberto Eco, Salvatore Quasimodo, Camilla Cederna e molte altre note “firme” della cultura italiana, con articoli e inchieste corredate dalle illustrazioni di artisti del calibro di Renato Guttuso, Alessandro Mendini, Fulvio Bianconi, tra gli altri.
LE INVENZIONI DI BRUNO MUNARI
TRA I GATTI CON BAFFI DI NAILON E MACCHINE NATALIZIE
Il gatto di gommapiuma ha i baffi di nailon
Pirelli n.4, 1949
“Io, Bruno Munari, dal peso di quarantotto chili, non mi sento di disturbare tanto lavoro e aspetto il mio gatto, all'angolo della strada, assieme a tanti bambini che mi hanno chiesto se per Natale lo possono avere”.
Macchina natalizia e silenziossima per far cadere a “pioggia” la neve sull'albero di Natale
Pirelli n.6, 1953
“I due clowns Tino e Toni (A) hanno appena fatto pace dopo una tremenda lite provocata dal fatto che Tino (quello basso) voleva andare a comprarsi un violino di zucchero da mangiare, ed ora Toni apre la scatola (B) e mostra la bambolina Patrizia che fa un inchino. Toni è segretamente innamorato di Patrizia ma Tino gli ha fatto uno scherzo: ha legato con un nastro dorato il coperchio della scatola e la coda di Pluto (C), così che quando Toni apre la scatola, il nastro tira la coda a Pluto e questo dà uno strappone al catenaccio della piattaforma sulla quale sta l'orso Bongo col cuginetto Ciccio (D). Bongo stava raccontando una storia a Ciccio (una storia di bambini e di vasi di miele) ma l'improvviso strappo li fa precipitare nel bilico (E), tenuto al fulcro dall'indiano Penna e Ossa (G), e le due scimmiette della razza Zizì (F), intente a spulciarsi la corrispondenza, vengono lanciate in aria. Dopo una breve traiettoria vanno a cadere proprio addosso allo scimmione pugilatore Bingo Bongo di Harlem (H), oriundo bergamasco, che stava dando una dimostrazione delle sue abilità tenendo in equilibrio una palla sonora e un cagnolino. La giraffa Pasqualina (I) doveva andare alla Pigomma a chiamare le sue sorelle ma si era fermata a vedere gli esercizi di Bingo Bongo quando improvvisamente tutto crolla nel più completo silenzio interrotto solo per poco da un campanellino ovattato. La giraffa fa un passo indietro e urta un pulsante sporgente dalla scatola della neve (L). Questa scatola è piena di neve secca proveniente dalle montagne del Mato Grosso, ma sotto alla neve c'è anche un ventilatore con le pale di gomma. Il ventilatore si mette rapidamente in moto e tutta la neve viene lanciata “a pioggia” sull'albero di Natale che per ragioni di spazio abbiamo spostato fuori dalla pagina a sinistra.Il coniglietto e il piccolo papero sono degli intrusi, essi non hanno nulla a che fare con il funzionamento della macchina descritta ma sono stati chiamati dal loro compagno, il cagnolino, con una strizzatina dell'occhio destro. Il cagnolino ora fa finta di nulla e guarda il cielo. Sotto la neve il gatto dorme lieve.
TRA LUCI E VETRINE DI NATALE
LE TENDENZE DEGLI ANNI CINQUANTA PER ALBE STEINER
Natale in vetrina
Pirelli n. 6, 1955
“I temi e i nomi delle leggende ispirano allestitori ed artisti. Il Presepe, la chiesa illuminata, le campane, i boschi carichi di neve, le palme e le capanne, i nani buoni, le fate, gli animali, l'intimità nella casa, i camini addobbati, le slitte trainate da renne, i fiocchi di neve, gli stivali ricolmi di doni, le rosse calze e tanti tanti altri temi tradizionali assumono via via aspetti esteriori diversi secondo l'utilizzazione di materiali moderni che imprimono un nuovo tono alle esposizioni di mercie ai racconti in vetrina.[...]
Interessante è anche notare l'importanza della musica evocativa e le frasi trasmesse con dischi e scritte su cartelli o su cristalli che che hanno un'influenza determinante sullo stato d'animo del passante o del cliente, il quale difficilmente potrà sottrarsi alle suggestione degli inviti e degli auguri che gli vengono continuamente ripetuti nella maniera più insinuante, emotiva o convincente a seconda dei casi e delle necessità del commerciante.[...]
“Attualmente esistono diverse tendenze riguardo all'allestimento delle vetrine natalizie ma forse le più evidenti sono tre: la prima è assolutamente in favore della merce (regina della vetrina!) esposta come massa d'offerta facendo qualche piccola concessione ai simboli più usati come il pungitopo o il vischio, la seconda è per un dosato compromesso tra la merce, il racconto o l'evocazione, mentre la terza scarta tutte le presentazioni massicce o a catalogo per rivolgersi al pubblico unicamente con qualche cosa che crei atmosfera e richiamo davanti al negozio". [...]
La fabbrica dei giocattoli silenziosi nei disegni di Fulvio BianconiI giocattoli silenziosi
Pirelli n. 6, 1957
“Chi crea giocattoli deve innanzitutto esaminare ogni idea con un criterio pedagogico. Il giocattolo diventa l'amico del bimbo, il suo compagno di giochi, come un libro, un film o un giornaletto, esso può avere su di lui un'influenza positiva o negativa: quello che preoccupa dunque l'ideatore è l'efficienza, se così si può dire, educativa, del giocattolo. Un problema altrettanto importante è l'estetica del giocattolo: la ricerca della forma e dei colori di un bambolotto o di una palla impegna spesso i creatori in molti tentativi e prove. Per fortuna c'è la gomma: coccodrilli e pantere di gomma sono quasi altrettanto emozionanti di quelli veri, ma molto meno pericolosi".
Il Babbo Natale di André François
Pirelli n. 6, 1960
“Ecco Francois davanti a un tema tradizionale e naturalmente retorico come il Babbo Natale. Ne esce un disegno un po' scombinato, ma il casaccone c'è e anche il berretto rosso e l'espressione bonaria. E tuttavia, a uno sguardo più attento, d'un tratto il gioco si scopre e il babbino Natale si rivela per quello che è in realtà: un congegno di manometri, cavi elettrici e tracce di battistrada legato al titolo della rivista cui il disegno era destinato”.
IL NATALE DI UMBERTO ECO:
TRA DEMONI DELLE MALEBOLGE E LA LETTERA AL FIGLIO
Umberto Eco Protocollo 00/03 Incartamento luminarie
Pirelli n. 6, 1962
“Le celebrazioni natalizie, grazie a una certa atmosfera di festevolezza e benevolenza generale che si viene creando in quel periodo, promuovono relazioni di cordialità, sospendono per qualche giorno i contrasti internazionali, portano gli uomini ad assurdi gesti di buon vicinato quali il regalo di oggetti, il doppio salario ai dipendenti, i civili conversari. Proprio per evitare questi pericoli domandavo al tuo predecessore e domando ora a te di preparare un piano modello per la zona di Milano che abbiamo scelto quale campione”.
Caro Stefano
Pirelli n. 6, 1963
“E ti insegnerò a giocare guerre molto complesse, in cui la verità non stia mai da una parte sola...” “Ma se per avventura, quando sarai grande, vi saranno ancora le mostruose figure dei tuoi sogni infantili, le streghe, i coboldi, le armate, le bombe, le leve obbligatorie, chissà che tu non abbia assunto una coscienza critica verso le fiabe e che non impari a muoverti criticamente nella realtà”.
Per ulteriori informazioni: www.fondazionepirelli.org