Se si parla di auto, non si può non parlare di Ferrari. E come nelle migliori tradizioni orali, qualcuno ha pensato di fissare quelle parole in libri per raccontare le gesta della casa di Maranello, l'unica a non avere mai saltato un'edizione del Mondiale F1 - vincendo 16 titoli iridati Costruttori e 15 Piloti - e che lo scorso anno ha celebrato i 90 anni di attività.
A fondarla è stato Enzo Ferrari, uno degli italiani più famosi nel mondo che si definiva «agitatore di uomini e di talenti». A lui e a quanto ha creato sono stati dedicati molti libri, alcuni quasi introvabili. Come il famoso “Piloti, che gente” scritto da lui per Conti Editore nel 1985 o “Ferrari. Testimone del tempo”, firmato da Enzo Biagi nel 1980 per CDE.
BIAGI E RANCATI
Enzo Biagi, uno dei più grandi giornalisti italiani, era sincero ammiratore di Ferrari ed emiliano come lui. Lo definì «un capitano che si porta dietro un piccolo esercito» e lo intervistò più volte per la RAI, diventandone poi un caro amico. Il più completo e sentito libro è forse “Ferrari, the Drake. Storia di un instancabile sognatore” che scrisse per Rizzoli (nel 2018 ristampato da BUR), con la prefazione di Luca di Montezemolo. Altro biografo per eccellenza del mago di Maranello è stato Gino Rancati, una delle ‘penne' per eccellenza dell'automotive sino alla scomparsa nel 1998. Il suo “Ferrari, l'unico” (Giorgio Nada Editore, 1988) è sin troppo personale ma divertente, alla luce di un rapporto di affettuosa amicizia alternata a burrascose tempeste.
LE SUE FRASI CELEBRI
Ferrari del resto era un genio, di carattere non facile. Lo ammetteva nei suoi libri. Oltre a “Piloti che gente” merita l'acquisto (per noi, ovviamente) il primo: “Le mie gioie terribili”, edito nel 1962 e ristampato da Mondadori nell'ottobre 2016 , aggiornata con quanto scrisse poi in “Ferrari 80” e corredata da una bella introduzione di Piero Ferrari. Del figlio del fondatore, è anche la prefazione di un originale libro di Pino Allievi, la ‘firma' storica della Gazzetta dello Sport per il Mondiale F1. Si chiama “Il secondo è il primo dei perdenti: Enzo Ferrari in parole sue” (Rizzoli, 2014) e spazia dal mondo delle corse, al confronto (difficile) con i giornalisti sino alla sfera più privata. Citando un mare di celebre frasi, entrate nella storia dell'automobilismo. A partire appunto da quella che dà il titolo all'opera.
I piloti Alberto Ascari e Nino Farina su Ferrari 375 equipaggiata con pneumatici Pirelli al Gran Premio del Valentino, 1952
L'immagine fa parte del patrimonio storico aziendale conservato nell'Archivio Storico della Fondazione Pirelli www.fondazionepirelli.org
I CAMPIONI
Fondamentali nella storia sono stati i rapporti con i piloti. Umberto Zapelloni li ha raccontati in “Ferrari, gli uomini d'oro del Cavallino” (Giorgio Nada Editore, 2019). A parte Schumacher e Raikkonen (venuti dopo la scomparsa), gli altri campioni iridati sono stati legati al Drake da vicende particolari, fatte di alti e bassi: così scopriremo cosa hanno rappresentato per lui Ascari, Lauda, Fangio, Harthorn, Hill, Surtees, Scheckter. Infine, consigliamo sicuramente “Ferrari Rex” di Luca Dal Monte (Giorgio Nada Editore, 2016). Opera monumentale sia per quanto concerne i contenuti, sia per quanto riguarda le dimensioni del libro, ha richiesto otto anni di ricerca e cinque per la stesura. Ferrarista fino al midollo e in forza a Maranello per quattro anni, l'autore racconta la storia dell'uomo e della scuderia omonima, fornendo in oltre mille pagine tante curiosità inedite ai più.