Sotto la cura di Lord Norman Foster, uno delle principali archistar del pianeta e interprete top dell'architettura high-tech, la mostra si articola in cinque capitoli principali esposti seguendo un'impostazione cronologica. Una quarantina di modelli iconici di automobile e oltre 400 opere artistiche raccontano la storia dell'auto, ma anche la storia dell'ultimo secolo. Dipinti e sculture dei maggiori artisti mondiali, foto e documenti audiovisivi: centinaia di opere fanno a gara nel raccontare l'auto e il movimento nelle sue forme più affascinanti, evocative, storiche. Fra queste, anche bozzetti originali di pubblicità Pirelli selezionati, insieme al curatore della mostra, all'interno del patrimonio storico conservato presso la Fondazione Pirelli che raccontano oggi pagine importanti della pubblicità collegata ai prodotti dell'azienda: esempi top della comunicazione visiva che la Casa italiana di pneumatici esplorava e innovava già negli Anni Cinquanta e Sessanta del Novecento.
Tante creazioni grafiche realizzate per Pirelli da maestri dall'arte figurativa quali Armando Testa e Ezio Bonini testimoniano l'entusiasmo e la passione italiane di quegli anni per l'auto, che andava assumendo sempre più valore e fascino soddisfacendo le crescenti fantasie di avventura e velocità nel nostro Paese. Ma anche artisti stranieri quali Pavel Michael Engelmann, Alan Fletcher e François Robert seguivano la stessa strada e i loro capolavori fanno oggi a gara, nei volumi avveniristici del Guggenheim di Bilbao, partecipando allo stesso racconto. Le loro opere raccontano pagine storiche e artistiche che in quelle sale non temono il parallelo con alcune delle più indimenticabili vetture ritratte sotto luci del tutto artistiche, e spesso controcorrente, da maestri assoluti dell'immagine quali l'artista Andy Warhol e lo scenografo Ken Adam. Nello spazio espositivo del museo un posto spetta anche al Grattacielo Pirelli, primo Headquarters dell'azienda, rappresentato attraverso un disegno della pianta dell'edificio e la riproduzione fotografica di un originale proveniente dalla Fondazione Pirelli.
Ma parlando di Bilbao non è giusto limitarsi all' “arte” firmata Pirelli. Le arti sono almeno due: oltre a quella raccontata da opere, dipinti, bozzetti e fotografie c'è anche l'arte collegata ai protagonisti assoluti di Pirelli: i pneumatici. Ad accompagnare il racconto artistico e storico, ci sono infatti anche i pneumatici Pirelli Stelvio Corsa sulla Ferrari 250 GTO di Nick Mason, esposta nella Gallery of Speed. I pneumatici fanno parte della gamma Pirelli Collezione, la famiglia dedicata alle vetture più iconiche costruite fra il 1930 e il 2000, e si caratterizzano per un aspetto classico e tecnologia moderna.
Queste due “arti” sono pagine chiave di una storia dell'auto che il brand italiano accompagna dall'inizio del Ventesimo Secolo, tra innovazione e tecnologia, strizzando l'occhio alle alte prestazioni e all'avventura, su strada e pista.