20 words for a new world: Mani
Lavate le mani, lavate le mani. Mio figlio piccolo si è lavato le mani talmente spesso da farle seccare, gonfiare e addirittura sanguinare. Così ho insistito perché si mettesse sempre in tasca un tubetto di crema idratante.
Nel frattempo anche la mia routine domestica non è più la stessa. Ho appoggiato un flacone di crema di fianco a ogni lavandino. Gli asciugamani sono sempre puliti. Saponette, scrub mani e detergenti di ogni colore e profumazione sono tutti nuovi. Lava via quel virus dalle dita. Non ho mai saputo davvero come lavarmi le mani. Adesso sono un'esperta.
Tutte le superfici di casa sono pulite e spolverate: ho sentito che il virus sopravvive un'infinità di tempo sulle superfici lucide. Le nostre mani diffondono il virus e toccarsi è pericoloso. E quindi, all'inizio del lockdown, ho deciso di trasformare la mia casa in un'enclave priva di virus. Sono andata a rifornirmi di detergenti per ogni superficie: vetro, legno, acciaio, smalto. Ho comprato i guanti. E nelle ultime 12 settimane ho pulito, strofinato e lucidato ogni angolo della casa, da cima a fondo, due volta a settimana.
La conosco come le mie tasche. Mi vergogno di dire che ho pagato qualcuno per pulirla durante quasi tutta l'età adulta. Perché non mi abbassavo a pulirla io? Il timore che un virus fatale possa fare festa sul mio ingresso mi spinge a lucidare la porta di casa con visibile gioia. E anche tutte le altre stanze. Ho sospeso il contratto della collaboratrice domestica, ma continuo a pagarla: non saremmo di grande aiuto se licenziassimo tutti gli addetti alle pulizie lasciandoli senza stipendio.
Spero possa tornare, ma nel frattempo devo sbrigare le faccende di casa. La mia casa non ha mai brillato come ora e le mie mani non sono mai state così occupate. Non solo nelle pulizie, ma in tante altre cose: preparo marmellate, pane e torte. Stiro. Cucio i bottoni del copripiumino. Credo sia un modo per affrontare la “chiusura” effettiva del mondo esterno. Se non posso fare nulla di speciale fuori casa, cerco almeno di concentrare le energie sul mio nido per renderlo il più accogliente possibile. Decoro le stanze con fiori freschi in vasi luccicanti, spolvero bene le foto alle pareti. Il frigorifero non è mai stato così pulito e organizzato. Le spezie riordinate fanno mostra di sé. Ho vissuto mezzo secolo senza sistemare i miei rossetti in base al colore, ma adesso anche questo è cambiato. Una vita naturalmente disordinata si è trasformata in ordine, bellissimo ordine, e federe stirate.
È tutto cominciato dalla cura per le mani ed è arrivato alla cura per la casa, che oggi è molto più di un luogo dove ricaricare le batterie e riposarsi. Come molte altre, la mia casa è diventata ufficio, rifugio, palestra e ristorante. Ed è lo specchio di chi ci vive, ancora più di prima. Forse non c'è da stupirsi se ora mi preoccupo così tanto della casa, per la prima volta nella vita. C'è un'altra ragione però. Ora che tutti possono vederla durante le chiamate Zoom, vuoi che la casa sia immacolata, no?
È vero, avrei potuto leggere l'intera opera di Charles Dickens o mettermi a scrivere un romanzo. Ma mentre tutto è ibernato, tengo le mani pulite e occupate a riordinare casa. E a giudicare dagli scaffali vuoti di prodotti per la casa, non sono l'unica.