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Musica: dall'analogico al digitale

Così è cambiato il modo di ascoltare la musica in 150 anni di storia

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L'evoluzione tecnologica e tutto ciò che di digitale ne è derivato, ha generato effetti rivoluzionari nella società moderna, forse come non mai nella storia dell'umanità. Non c'è settore su cui la tecnologia digitale non abbia influito, e la musica non fa eccezione.
Dagli anni del suono analogico è cambiato il modo di fare musica per gli artisti, di usufruirne per gli ascoltatori e di diffonderla per le case discografiche. Il processo analogico-digitale non è stato indolore e ancora oggi continua ad apportare grossi vantaggi, ma anche a creare grosse difficoltà, soprattutto a livello economico.

Musica: dall'analogico al digitale 01
Musica: dall'analogico al digitale 01

Per quelli nati prima della seconda metà degli anni '90, l'associazione musica-digitale non è così naturale. Prima del digitale infatti, la musica veniva diffusa in formato analogico. Cosa s'intende per analogico? I segnali analogici, come suggerisce la parola stessa, sono rappresentazioni di grandezze fisiche mediante grandezze analoghe, effettuate in modo più fedele possibile. Si parla in questi casi di imitazione e, come qualunque tipo di imitazione, tutto ciò che viene registrato in formato analogico rimane conservato nel tempo in modo fedele. Registrare un suono con un segnale analogico significa anche trasferire la sua modulazione su un supporto magnetico, vinili, audiocassette e tanto altro.

Diverso il discorso della musica digitale. I dispositivi digitali registrano il suono con numeri o altri caratteri. Non sono ammesse sfumature, 0 o 1, bianco o nero, bit o non bit, vero o falso, questi sono i parametri utilizzati. Cambiano gli strumenti di registrazione e i formati di riproduzione. Tutto è più facilmente condivisibile e modificabile.

La riproduzione analogica
Il periodo dello scontro analogico vs digitale avvenuto negli anni '80-'90 rappresenta una fase difficile nella storia della riproduzione musicale. Tuttavia all'interno dello stesso "periodo analogico", così come lo amano definire gli studiosi, che va dalla fine dell'Ottocento agli anni '80 del Ventesimo secolo, ci sono stati cambiamenti per molti versi assimilabili a quelli che stanno interessando il "periodo digitale", dal punto di vista della creazione, diffusione e consumo della componente musicale.

Il periodo analogico ha inizio con l'invenzione del fonografo ad opera di Edison, nel 1877. Grazie all'intuizione dello scienziato americano il suono poteva essere registrato su una sorta di cilindro di latta, ma l'obiettivo di Edison non era quello di registrare musica e riprodurla. Le motivazioni che mossero il genio americano furono molto più pratiche, legate alla registrazione analogica di suoni per attività lavorative e commerciali. Con il grammofono di Berliner (1894), considerato l'evoluzione del fonografo in senso musicale, viene introdotto il concetto di "riproduzione" vero e proprio. Nasce il disco in vinile, prodotto lungo il Novecento in vari formati: dischi a 78, a 33 e a 45 giri. Ognuno di questi formati aveva delle caratteristiche ben precise e la loro portabilità e facilità di vendita e diffusione contribuirono allo sviluppo dell'industria musicale in tutto il mondo.

Prima dell'arrivo delle tecnologie digitali la musica analogica è stata diffusa su un altro supporto vincente come il vinile, ossia la musicassetta o audio cassetta. Si trattava di un supporto in plastica con nastro magnetico commercializzato fino all'inizio del nuovo millennio. La scatoletta in plastica andava inserita in dispositivi detti mangianastri, poteva fungere da supporto per la registrazione e la lettura di tracce musicali o audio. I primi impianti hi-fi nacquero sull'onda della diffusione della cassetta, che contribuì anche alla nascita, rivoluzionaria, del Walkman. Fu l'azienda nipponica Sony ad avere l'intuizione geniale di un dispositivo il cui funzionamento a batteria potesse permettere alle persone di ascoltare il proprio sound preferito al di fuori delle mura domestiche. Simbolo degni anni '80, il Walkman divenne un vero e proprio oggetto culto per gli adolescenti di quel periodo.

Musica: dall'analogico al digitale 02
Musica: dall'analogico al digitale 02

L'avvento del digitale
Nella seconda metà degli anni '80, grazie all'introduzione del primo supporto digitale, il CD (compact disc), iniziano a comparire le prime apparecchiature dedicate (lettori CD e stereo CD). Nasce la prima forma di codificazione digitale della musica, che apporta notevoli vantaggi alla qualità audio e a livello sonoro consente di eliminare quel fastidioso rumore di sottofondo che era possibile ascoltare quando si alzava il volume ad alta potenza.

Per quel che riguarda gli aspetti tecnici, con la conversione dall'analogico al digitale il suono viene "spezzettato" in tante piccole parti (campionamento o sampling) e "trasformato" in codice binario interpretabile dai sistemi informatici e tecnologici digitali. Il campionamento del suono avviene in base a tre parametri:

1. Numero di canali: una volta digitalizzato, il suono può essere indirizzato su un unico canale (Mono) o su due canali differenti (Stereo). Attualmente i canali su cui è possibile indirizzare il suono digitale possono essere anche più di due, ma più sono i canali più grande è la dimensione del file digitale ottenuto.
2. Risoluzione: il numero di bit utilizzati per memorizzare i campioni del suono va sotto il nome di risoluzione. Più sono i bit, più sono i valori utilizzati per la memorizzazione, con conseguente maggiore qualità finale.
3. Frequenza di campionamento: la frequenza di campionamento indica il numero di campioni memorizzati ogni secondo. Le frequenze di campionamento possono variare da un minimo di 11 kHz, adatti per il campionamento di suoni vocali, a 44 kHz, qualità giusta per la memorizzazione su CD.

Sono questi tre parametri che influiscono sulle dimensioni finali del file musicale digitale, un elemento fondamentale da tenere in considerazione visto che la musica digitale, diffusasi prevalentemente grazie al Web, deve poi risiedere in strumenti tecnologici dotati di memorie di massa di dimensioni finite, che siano computer, lettori mp3, tablet e altro. In realtà, la questione delle dimensione dei file dipende anche da un altro fattore, la compressione.

La musica digitale viene diffusa in diversi formati, ognuno con caratteristiche specifiche e una qualità più o meno alta. La trasformazione dei file digitali in uno o nell'altro formato dipende dalle tecniche di compressione utilizzate (attuate mediante programma software o dispositivo elettronico), le quali si dividono in due grandi gruppi:

lossy
lossless

La tecnica lossy consiste in una compressione dei dati che porta a perdite di informazioni. La minore qualità del risultato finale non è riscontrabile nell'ascolto standard, ma basta un amplificatore per riscontrarne i difetti. Con la tecnica lossless invece, non c'è alcuna perdita di informazioni. Per questo motivo il formato di compressione lossy è quello più indicato alla circolazione sul web. Il più noto formato audio di tipo lossy circolante sul web è l'MP3 (Moving Picture Exper Group-1/2 Audio Layer 3), solitamente di dimensioni non maggiori di 10 megabyte. Tra i formati audio di tipo lossless invece, abbiamo .wma, .m4a, .aiff, .wave.

Musica: dall'analogico al digitale 03
Musica: dall'analogico al digitale 03

La musica digitale sbarca su internet
Nel nuovo millennio lo strumento di diffusione della musica digitale è internet. La musica si fonde con l'informatica e arrivano i lettori mp3 che permettono agli appassionati di tutto il mondo di portarsi ovunque intere librerie musicali (da migliaia e migliaia di brani). La musica si può trasferire dai "vecchi" CD al proprio lettore tramite software gratuiti disponibili online, oppure si può scaricare direttamente da internet.

Le memorie di massa di dimensioni ridotte hanno rivoluzionato il settore musicale, ma, insieme ad internet, hanno posto le condizioni per la nascita di una nuova minaccia per le case discografiche e gli artisti: la pirateria.

Il fenomeno era già noto al mondo del cinema per il download illegale di film e video, ma con il progredire delle tecnologie software gli utenti iniziarono ad aggirare anche il sistema di protezione che ogni casa discografica aveva ideato. Nacquero delle piattaforme di condivisione di file (audio, video) basate sulla tecnologia peer to peer e Napster fu, più di tutte le altre, quella che ebbe un effetto sconvolgente sull'intero settore.

"La più grande piattaforma musicale di tutti i tempi", come è stata definita Napster, fece crollare i guadagni degli artisti e delle case discografiche e, nonostante fosse stata poi costretta a chiudere dalle molteplici cause sul copyright (diritti d'autore) intentate dai grandi colossi del mercato musicale, dimostrò la bontà di un concetto fondamentale di cui le industrie musicali faranno tesoro qualche anno più tardi con i servizi di musica in streaming: il cliente voleva libertà di scelta, voleva varietà.

Sulla base di questa nuova filosofia di pensiero è nata l'ultima frontiera della musica digitale: lo streaming. Il sistema della musica in streaming nasce nel luglio del 2002 con Listen.com, azienda che riesce nell'impresa di accordarsi con le più grandi etichette musicali dell'epoca, tra cui Sony, Warner ed Emi, per offrire ai propri clienti abbonamenti mensili per l'ascolto di musica direttamente online. Con i prezzi bassi degli abbonamenti disponibili si potevano ascoltare illimitatamente diverse centinaia di migliaia di brani musicali.

Con Deezer nel 2007 e Spotify nel 2008 la musica in streaming conosce la sua massima espressione e gli utenti, grazie a piccoli annunci pubblicitari inseriti tra un gruppo di brani musicali e l'altro, possono addirittura abbattere tutti i costi ed usufruire gratis della musica messa a disposizione. Le piattaforme di musica in streaming hanno spalancato nuovi orizzonti al commercio dell'arte musicale dando respiro alle case discografiche e offrendo nuove modalità di consumo della musica. Basti pensare alla qualità sonora selezionabile (SD, HD, Master), alle possibilità di ricerca infinite all'interno delle librerie, alla suddivisione della musica in categorie specifiche (ad esempio acustica, pop, rock, lirica, elettronica, country ecc.), alla presenza di playlist predefinite (Top 10 Italia, Top 10 Europa, Le Migliori Canzoni della Settimana, ecc.) o personalizzabili, radio live e tanto altro.

Questo sistema, con il passare degli anni e con la diffusione delle tecnologie mobili, smartphone e tablet, ha dimostrato di adattarsi meglio alle esigenze low cost del pubblico online rispetto al "vecchio" processo di download standard in uso dalla fine degli anni '90.

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