Si chiama rivoluzione industriale 4.0. Un cambiamento che non investe solo le grandi industrie e le multinazionali, ma che coinvolge indistintamente tutti i settori lavorativi. La base della rivoluzione industriale è la “digital revolution” e, come ogni grande rivoluzione, se non coglie tutti di sorpresa quantomeno ci può trovare impreparati. Una ricerca di Top Employers Istitute e della School of Management del Politecnico di Milano ha rilevato che – solo in Italia – da qui al 2020 saranno oltre 176.000 le offerte di lavoro che richiederanno elevate conoscenze tecnologiche e digitali. A fronte di un'offerta di nuovi posti di lavoro, la notizia cattiva è che mancano le persone con competenze adeguate al compito richiesto. In Europa, per esempio, il divario tra offerte di lavoro e persone con competenze adeguate aumenta del 3% l'anno e oggi, in Italia, ci sono circa 20.000 posto di lavoro vacanti per figure di alto profilo tecnologico.
Per capire a fondo l'impatto della digital revolution, è sufficiente citare quanto affermato dalla conferenza dei rettori (CRUI): “Siamo ora in un momento molto critico per i giovani. Tra dieci anni, il 40% delle opportunita verrà da lavori che oggi non esistono. Data Scientist, Social Media Manager, eCommerce Manager, Digital Strategist. Queste sono alcune delle nuove professionalità più richieste dalle aziende in ogni settore, ma ancora difficili da formare internamente e reperire sul mercato del lavoro”.
Per valutare adeguatamente rischi e opportunità della Digital Revolution, la dodicesima edizione della “World Conference on The Future of Science” – che si terrà a Venezia dal 22 al 24 settembre – sarà dedicata appunto a queste tematiche. “Digital Revolution: what is changing for human kind?” è infatti il titolo scelto per la conferenza mondiale organizzata dalla Fondazione Umberto Veronesi e sostenuta e promossa dalla Fondazione Giorgio Cini e dalla Fondazione Silvio Tronchetti Provera, nata allo scopo di avvicinare i giovani allo studio delle scienze e ai nuovi lavori del futuro, oltre che da Pirelli, che nella ricerca e nell'innovazione fonda le proprie basi.
“La rivoluzione industriale impatterà ogni settore delle attivita umane e quindi occorre creare nuovi giovani talenti per far fronte a tale sfida,” spiega Lucio Pinto, Direttore della Fondazione Silvio Tronchetti Provera. “La nostra Fondazione, nata per promuovere la ricerca nei settori delle scienze, delle tecnologie e dell'economia attraverso la formazione di giovani ricercatori eccellenti, vede in Future of Science 2016 un momento importante per lo sviluppo del nostro paese”.
Partendo dall'assunto che ogni momento della nostra vita è attraversato da piccole o grandi trasformazioni e da una continua interazione tra essere umano e macchina, intesa come smartphone, computer, cloud, ecc..., è necessario capire, da parte delle aziende, come strutturarsi adeguando le proprie tecnologie e competenze a quelle richieste e, da parte delle persone, capire al meglio che cosa implica l'era digitale per la nostra vita quotidiana.
L'evento sarà suddiviso in più sessioni a seconda delle diverse aree tematiche, a partire da quella della sessione di apertura, dedicata all'Intelligenza Artificiale e alla relazione tra scienza, tecnologia e società in cui si confronteranno Alessandro Curioni, Vice President Europe and Director IBM Reasearch, e Sheila Jasanoff, Pforzheimer Professor of Science and Technology Studies Director, Program on Science, Technology and Society Harvard Kennedy School.
La prima sessione dei lavori successivi - che vedrà coinvolti speaker di livello mondiale, quali Alberto Sangiovanni-Vincentelli della University of California at Berkeley e Derrick de Kerckhove, dell'Università di Toronto - sarà dedicata all'importanza dei dati in un mondo votato completamente al digitale. Big data come opportunità ma anche come rischio. Ecco perchè in questa sessione si parlerà anche di tematiche legate alla sicurezza informatica e alla protezione dei dati, di realtà virtuale e internet delle cose: “Persone, oggetti e spazi sono costantemente connessi a Internet attraverso device e circuiti intelligenti. La loro attività – spiega Alfonso Fuggetta, Professor at Politecnico di Milano e Amministratore Delegato CEFRIEL - può essere tracciata e profilata, generando così un'enorme quantità di dati. I quali, a loro volta, possono essere usati per creare nuove forme di comunicazione, facilitare il nostro lavoro, rendere l'ambiente più sicuro e pulito e, in generale, migliorare la qualità della vita”. La sessione verrà poi conclusa da Carlo Ratti, direttore del senseable lab in MIT che proporrà la visione delle città e dell'infomobilità nell'era della digital revolution.
La seconda sessione di The Future of Science sarà invece dedicata all'impatto sulla società della rivoluzione digitale, con l'obiettivo di indagare i valori sociali che i big data possono apportare alla società (come il loro utilizzo nella pubblica amministrazione e nelle pratiche burocratiche) e su come cambia la democrazia nell'era digitale. “La digitalizzazione si propone come un punto di svolta per la democrazia. Essa fornisce una connessione globale, informazioni e interazioni in tempo reale, e apre nuove strade per la comunicazione e interazione funzionale tra lo Stato e / o cittadini a diversi livelli di governance” sarà invece il concetto alla base degli interventi di Patrizia Nanz, Scientific Director of the Institute for Advanced Sustainability Studies and Professor of Transformative Sustainability Studies at the University Potsdam e Ariane Goetz, Research Associate in the Participation and Governance project at the Institute for Advanced Sustainability Studies Potsdam. Concluderà la sessione Carlo Batini, dell'università di Milano Bicocca, che tratterà l'impatto dei Big Data sul sociale e sulla governace degli Stati.
Sarà, infine, la sessione dedicata all'healthcare a chiudere la dodicesima edizione della conferenza dove, grazie all'intervento di studiosi di fama mondiale, si tratterà il tema della raccolta dei dati a favore della biologia e della medicina, della digitalizzazione della vita e della nanomedicina. “L'healthCare si sta evolvendo rapidamente, passando dall'essere incentrata sul prodotto all'essere incentrata sul paziente”, è il pensiero di Michael Seewald, WorldWide Head of Real World Evidence at Novartis, uno dei relatori della sessione. “I dati vengono raccolti in molti modi durante la pratica medica quotidiana e questo apre nuove opportunità per la ricerca scientifica e per migliorare i sistemi di assistenza sanitaria”.
Non vi è, in sintesi, un'area della nostra vita che non sia oggi investita dalla Digital Revolution: l'appuntamento veneziano sarà un'occasione, soprattutto per i molti giovani che anno dopo anno dimostrano passione e interesse verso le scienze, per condividere l'urgenza di capire la portata del fenomeno e sfruttarne i benefici.