È un Dna sempre più Premium quello che contraddistingue Pirelli, fotografato dai dati semestrali della società che hanno visto una crescita dei principali indicatori economici del gruppo. La chiave di lettura per i positivi risultati di Pirelli e per il percorso di crescita che ha accompagnato il gruppo negli ultimi anni, risiede proprio nella parola “Premium”, il segmento alto di gamma la cui domanda sui mercati internazionale è circa tre volte più alta rispetto al “non premium”. Alla fine del primo semestre 2015 il segmento Premium rappresenta il 59,4% dei ricavi del segmento Consumer, con una crescita dei volumi di oltre il 10% a fronte di volumi complessivi a livello di gruppo sostanzialmente stabili rispetto all'anno precedente.
Il positivo andamento del segmento alto di gamma è il denominatore che accomuna tutte le aree geografiche in cui Pirelli è presente, anche quelle colpite da un rallentamento dell'economia come il Sud America o come la Russia, che soffre l'onda lunga delle sanzioni internazionali. L'area Apac, il Sud America, il Meai e la Russia sono le Region dove Pirelli ha registrato le performance migliori nel Premium, con un generale incremento delle quote di mercato. L'area Apac, in particolare, si è confermata ancora una volta a regione di maggiore crescita e redditività, grazie alle vendite sull'alto di gamma con conseguente aumento della market share.
La dinamica dell'alto e dell'altissimo di gamma - il segmento “Prestige” dove Pirelli ha una consolidata leadership - ha permesso alla società di compensare la debolezza del segmento industrial, che nel primo semestre del 2015 ha accusato una flessione dei ricavi e del risultato operativo per effetto della debolezza della domanda, riuscendo però a contenere il calo della redditività grazie al programma di efficienze. La produzione del business industrial, infatti, è concentrata principalmente in Sud America, area geografica che sta attraversando un rallentamento dell'economia. In Brasile, per esempio, il Governo ha varato un piano di tagli alla spesa pubblica per fronteggiare la frenata del Pil. In termini di volumi, il segmento Industrial ha registrato una flessione del 5,7% nel primo semestre 2015, compensato dall'andamento del business Consumer, i cui volumi sono saliti dell'1,3%.
Premium, efficienze, dinamica favorevole dei cambi, costi delle materie prime contenuti e un price mix in crescita del 4,4% (grazie proprio all'esposizione sull'alto di gamma e sul canale Ricambio e agli aumenti di prezzo in Russia e Sud America) sono i fattori chiave che hanno spinto i risultati della società. Alla fine del primo semestre, infatti, Pirelli ha registrato ricavi in crescita del 6,5% circa a oltre 3,1 miliardi di euro, un risultato operativo di 446 milioni di euro e un utile netto delle attività in funzionamento (voce che non conta i dati derivanti dalle attività steelcord cedute a Bakaert), in crescita del 10% a 211,4 milioni di euro. In miglioramento anche l'indebitamento rispetto al trimestre precedente, nonostante siano stati pagati agli azionisti divendendi per quasi 180 milioni di euro.
Numeri positivi che permettono a Pirelli di confermare gli obiettivi per il 2015 che prevedono un risultato operativo di circa 930 milioni di euro, investimenti inferiori a 400 milioni di euro, una generazione di cassa ante dividendi uguale o superiore a 300 milioni di euro e un indebitamento pari a circa 850 milioni di euro.