Come ha creato la visione per le scenografie del calendario di quest'anno?
Siamo sempre partiti dalle illustrazioni di John Tenniel, poi per prima cosa abbiamo dissezionato la composizione dello scenario, per capire come ottenere una sorta di tableau credibile. E poi abbiamo scomposto in elementi e materiali; ovviamente non si poteva trovare un dodo, dunque come ricrearlo? Alla fine abbiamo deciso di realizzare un collage di diversi pezzi di dodo presi dalle banche di immagini. Avevo un airone di ceramica nel mio studio che abbiamo fotografato; abbiamo preso l'ala e l'abbiamo inserita.
Aveva una sorta di attinenza con alcuni dei pezzi più scultorei e architettonici che avevo inserito nella scenografia. Quindi il dodo doveva essere adeguato al nostro mondo, non potevamo semplicemente prendere una vecchia immagine qualsiasi di un dodo, doveva essere la migliore.
In che cosa è diversa la vostra versione della storia di Alice?
Avevamo visto la storia raccontata moltissime volte per immagini, nei decenni, per cui ci siamo chiesti che cosa avrebbe potuto portare la nostra Alice in un posto diverso. Grazie a un cast completamente di colore abbiamo potuto giocare a sconvolgere alcuni elementi esistenti, per esempio il coniglio che di solito è bianco, mentre qui è nero. Poi c'è la famosissima scena in cui, nella storia originale, i giardinieri carte dipingono rose bianche di rosso, mentre nella nostra dipingono rose rosse di nero. Ho cercato di trovare sempre nuove cose da capovolgere, di mettere in discussione il significato della storia e i suoi momenti importanti, di diversificarli il più possibile. In realtà stiamo dando un messaggio molto chiaro che resta profondamente fedele alla storia originale.
In che modo ha cercato di abbinare personaggi e scenografie?
Suppongo che il modo in cui i personaggi si inseriscono nella scenografia sia più questione di narrativa, di mondi e di tableau che volevamo creare. A volte non è stato così organizzato da imporre una situazione. Abbiamo scambiato alcuni personaggi, alcune delle persone che pensavamo dovessero interpretare il re non andavano bene, c'è stata un'evoluzione.
È il genere di lavoro che aspirava a fare?
Avevamo il tempo, le risorse e un fantastico punto di partenza, l'idea era stupenda e non stiamo pubblicizzando niente, stiamo soltanto presentando una storia fantasiosa in modo creativo, per cui direi che dal punto di vista del lavoro creativo non si potrebbe chiedere di meglio; mi ritengo molto fortunata, sì.