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Pirelli Calendar 2013: sulle strade di Rio

Il famoso fotografo americano Steve McCurry ha portato la sua esperienza di fotoreporter internazionale nella realizzazione del Calendario Pirelli del 2013

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Diversamente dai suoi predecessori che hanno realizzato il Calendario Pirelli, il fotografo Steve McCurry non aveva presumibilmente mai lavorato nel mondo della moda e della pubblicità. E neppure aveva fotografato modelle poco vestite. McCurry, famoso come fotoreporter o fotografo di guerra, preferisce definirsi un fotografo della strada che ama catturare le situazioni in cui si imbatte. Come egli stesso ci spiega: “Il modo più interessante di lavorare è quello di camminare per strada e catturare la vita così come si presenta, per puro caso.” Per il Calendario del 2013 McCurry ha adattato questo approccio, inserendo elementi della vita reale e la spontaneità nella realizzazione di The Cal, permeata normalmente da un'elevata attività di orchestrazione.

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Anche se McCurry ha ritratto numerose modelle nel Calendario, in linea con il suo stile tradizionale caratterizzato da moda, eleganza e sensualità, ha comunque celebrato queste donne non solo per la loro bellezza. “Innanzi tutto le modelle sono vestite, e ciascuna di esse è impegnata nel sociale” spiega McCurry. “Sono persone propositive e realistiche." Isabeli Fontana, ad esempio, era l'ambasciatrice brasiliana di 1love, un'organizzazione che si occupa di bambini svantaggiati. Petra Nemcova ha fondato Happy Hearts Fund dopo lo tsunami nell'Oceano Indiano del 2004, al quale è sopravvissuta, a supporto dei bambini colpiti da disastri naturali. Altre modelle ritratte nel Calendario sono Karlie Kloss, Adriana Lima, Liya Kebede, Hanaa Ben Abdesslem, Summer Rayne Oakes, Elisa Sednaoui e Kyleigh Kuhn, ognuna impegnata in diversi progetti di beneficenza.

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Il contesto perfetto

McCurry ha incluso anche artiste brasiliane, tra cui l'attrice Sônia Braga e la cantante Marisa Monte. Tuttavia, la vera star del Calendario è senza dubbio la città di Rio de Janeiro, con i suoi graffiti, bar, bodegas, strade e skyline che hanno fatto da sfondo a ciascuno scatto. Prima della realizzazione del Calendario, McCurry era stato a Rio due volte in occasione del Carnevale ed era rimasto colpito dal suo paesaggio “mitico” di montagne e oceano, dalla sua vivace vita notturna e dalla sua “incredibile luce”. Tutto ciò viene celebrato nel Calendario, che è una vera e propria esplosione del colore e della vitalità della città.

Ho camminato lungo numerose strade, osservando i momenti di vita quotidiana e scattando tantissime fotografie per prepararmi alle due settimane di lavoro” ha spiegato McCurry. L'immagine della ragazza che vende i peperoni (nel mese di novembre) è stato un “incidente felice” di queste esplorazioni. Lavorando con le modelle, McCurry “le ha fotografate mentre erano intente a fare qualcosa”, ha spiegato, “provando però a ripetere i movimenti, la situazione, la posa, per rendere gli scatti ancora più reali.” Lo scatto di Elisa Sednaoui ritratta vicino ad una porta, nei pressi di un edificio dove una donna è seduta alla finestra sopra a dei graffiti della bandiera brasiliana, è il risultato di ore di scatti sotto la pioggia. Adulti e bambini camminavano nei loro impermeabili mentre McCurry scattava le fotografie dall'altra parte della strada, sotto un telo. L'immagine finale è reale e irreale allo stesso tempo, grazie allo straordinario gioco di ombra, colore e contrasto.

Il Brasile è sempre stato un luogo cruciale per Pirelli, un'importante base del mercato e della produzione di automobili. Sempre in Brasile sono state prodotte altre edizioni del Calendario: quella del 2005 di Patrick Demarchelier e quella del 2010 di Terry Richardson, anche se queste immagini sono state principalmente realizzate nelle spiagge. L'attenzione di McCurry per la seconda maggiore città brasiliana è stata tempestiva, dopo l'offerta vincente di ospitare le Olimpiadi del 2016 e la rapida trasformazione economica e sociale del paese. Come ha spiegato lo scrittore Paul Theroux, un suo stretto collaboratore: “È impossibile guardare le fotografie di Rio scattate da Steve McCurry senza provare il desiderio di essere là.”

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Il lavoro di una vita

McCurry ha sempre sognato di fare il fotografo, fin da bambino, quando sfogliava la rivista Life. In particolare, un servizio fotografico del 1961 ad opera del fotografo neozelandese Brian Brake, lo colpì in modo speciale. Queste fotografie catturavano il dramma dei monsoni indiani. McCurry promise che un giorno avrebbe visto queste scene di persona. Dopo avere studiato produzione cinematografica all'università e avere lavorato come fotografo presso un quotidiano in Pennsylvania, mantenne la promessa e all'età di 27 anni si trasferì in India per perfezionare le sue doti di fotografo. “Acquistai un biglietto di sola andata, con l'intenzione di rimanere in India per il tempo necessario” ricorda McCurry in un'intervista con PBS.

Finì poi in Pakistan, dove rimase affascinato dalle storie dei rifugiati afgani. Da qui decise di attraversare il confine ed arrivare in Afghanistan per fotografare la guerra civile. Indossando gli abiti tradizionali afgani e con la barba incolta, McCurry viaggiò per mesi insieme ai mujaheddin: quando poi l'Unione Sovietica invase l'Afghanistan alla fine del 1979, le sue furono le prime fotografie dei ribelli afgani ad arrivare in Europa e America.

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Nel 1984 arrivò al campo profughi Nasir Bagh in Pakistan dove si imbatté in Sharbat Gula, una ragazzina dodicenne obbligata a lasciare il proprio villaggio nell'Afghanistan orientale a seguito dei bombardamenti sovietici.  La ragazzina aveva penetranti occhi verdi e indossava un fazzoletto rosso sulla testa. La fotografia scattata da McCurry, apparsa sulla copertina del numero di giugno 1985 del National Geographic, è diventata una delle immagini fotogiornalistiche più famose di tutto il mondo. L'immagine, diventata iconica, è il simbolo della tragedia afgana e dei profughi di tutto il mondo, ed ha reso McCurry famosissimo.

McCurry ha continuato a scattare fotografie in Birmania, Cina, Thailandia, Medio Oriente e in molti altri paesi. È diventato un collaboratore stabile del National Geographic e le sue fotografie sono state pubblicate ed esposte in tutto il mondo. I vivaci colori e la composizione magistrale sono le caratteristiche peculiari delle sue fotografie. Tuttavia, l'umanità rimane al centro di ogni sua immagine, una qualità che è sempre presente in tutte le immagini scattate per Pirelli. “Per me,” ha dichiarato tempo fa McCurry a proposito delle sue fotografie durante un'intervista con The Talks, una rivista di interviste online, “esse rappresentano uno sguardo estroso e poetico alla comunanza dell'umanità. Credo che le fotografie migliori rimangano con noi, siano qualcosa che non possiamo dimenticare.”

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