Nel 1986 due fotografi e due progetti corrono parallelamente
Fin dalla sua nascita, grazie all'intuizione di Pirelli UK, il Calendario si rivolge a un ristretto gruppo di appassionati che lo riceve in omaggio. È un oggetto, ricco di simbolismo, portatore di un'idea. L'esclusività ne accresce il valore mediatico e lo consacra in breve come cult. Nel 1971 “The Cal”™ viene spedito ai ministri del governo inglese, alla Famiglia Reale e a una ristretta lista di vip. E' un fenomeno di tendenza e un potente strumento di comunicazione.
A metà degli anni Ottanta, Pirelli Italia, che ne aveva ben compreso le potenzialità globali, lo vorrebbe fare suo. L'unica via è cimentarsi nell'impresa. Così parte una sfida. Una “rivalità” tutta aziendale. Due progetti corrono parallelamente. Ignorandosi.
Gli inglesi, che dal 1984 lavorano sotto la guida del direttore artistico Martin Walsh, hanno già infranto molti tabù, inserendo eleganti immagini di nudo esplicito. E scelgono di affidare il progetto al fotografo americano Bert Stern, l'uomo che ha ritratto Marylin Monroe di un velo vestita, fotografo che ha iniziato la carriera nella pubblicità e poi ha immortalato star come Elizabeth Taylor e Audrey Hepburn. È una scelta che ha il senso di marcare una nuova tappa nell'evoluzione del progetto: l'avvicinamento al mondo del cinema e dello spettacolo.
Pirelli Italia, invece, incarica Helmut Newton. Il fotografo tedesco è già una celebrità. Nel 1981 il suo libro Big Nudes lo ha consacrato come un protagonista della cultura visiva del Novecento. Ha trasformato la fotografia di moda in status. Ha rotto gli schemi, uscendo dallo studio di posa e portando le sue modelle in strada. I suoi scatti sono sequenze che diventano servizi glamour. La sua idea di femminilità nuda, in bianco e nero, è classicamente statuaria, ma trasmette una potente carica erotica.
Alla fine, per rappresentare il 1986, viene scelto il lavoro di Stern. Newton dovette abbandonare il set per problemi familiari. Il Calendario da lui concepito e realizzato venne archiviato come un prezioso “gioiello di famiglia”, in attesa dell'occasione giusta per farlo brillare di luce propria.
Le tavole di Stern, in cui modelle giocavano in immaginari atelier di artisti moderni e contemporanei, enfatizzando il ruolo di sensuali muse, mostravano un messaggio coerente e funzionale con l'allora spirito del Calendario.
Ne nacque un “The Cal”™ che interpretò il caleidoscopio di colori e grafismi, peculiari dei favolosi anni Ottanta. Con l'inserimento di una nudità marcata e aggressiva.