20 words for a new world: Calendario
Qualche tempo fa scrissi che stiamo diventando tutti delle mangrovie, piante che crescono in ambienti salmastri quando i fiumi incontrano i mari. Questa analogia si riferiva ai confini, una volta netti e ben definiti, tra la nostra vita reale e quella digitale. Se ci fermiamo a riflettere non possiamo non notare che molti altri "confini" sono stati spostati, molte linee di demarcazione sono state divelte, disarcionate dal Covid-19 e dalle nuove norme sociali che hanno definito questa fase della nostra vita. Vi ricordate quando - pochi minuti prima di partire per le vacanze - scrivevamo "out of office" come risposta automatica nei nostri e-mail? milioni di persone sono state out of office - fuori ufficio per 3 o 4 mesi, alcune aziende hanno detto ai dipendenti di non tornare proprio fino al 2021.
Cosa vuol dire adesso out of office? In questo momento definisce una nuova modalità di lavorare - lo smart working - mentre fino a Natale voleva dire vacanza. Il tempo e il calendario fa parte dei confini spostati: una specie di mangrovia dove è difficile tracciare una linea di demarcazione tra il tempo per noi ed il tempo a disposizione degli altri. Perché questo succede? Perché una volta il lavoro era un posto dove si andava e i contratti di lavoro prevedono un orario - il famoso dalle 9 alle 5, dal lunedì al venerdì - con calendari cadenzati e un certo numero di giorni di vacanza. Adesso anche questo confine non ha nessun valore, il calendario e il tempo hanno un valore e significato diverso. In questo cambiamento epocale, ci sono una buona e una cattiva notizia. Iniziamo dalla buona: secondo un'indagine compiuta di recente, i lavoratori - siano dipendenti o autonomi - mettono la flessibilità nelle modalità e nei tempi/orari ai primi posti dei fattori per scegliere un lavoro o per continuare a farlo. La cattiva notizia: i calendari dilatati e flessibilità assoluta possono essere confuse con disponibilità totale , una specie di orario continuato e disponibile 24/7/365 che ovviamente non solo è contro ogni logica ma porta a un sicuro esaurimento nervoso. Sta quindi a noi a tracciare una linea di demarcazione, a mettere dei paletti chiari. Dare e prendere flessibilità non equivale a essere sempre disponibili.
Il filo conduttore di queste parole è semplice da capire ma difficile da internalizzzare: «What once seems black and white turns to so many shades of gray while we lose ourself in work to do and bills to pay». Quello che una volta ci sembrava bianco o nero, è diventato una serie di grigi… Neanche ce ne siamo accorti, siamo troppo occupati a lavorare e a pagare le nostre bollette. La canzone - emozionante - “Blood Brother” di Bruce Springsteen ci invita a ritrovare il senso della vita nella relazione con gli altri, con un senso di fratellanza e solidarietà. Si riparte da qui: anche con la tuta da ginnastica.