Una nuova era di innovazioni
In questi due anni le città hanno cambiato la loro finalità. Date inizialmente per morte, si stanno trasformando rapidamente e forse ci stiamo avvicinando a una nuova età dell’oro dell’innovazione urbana partecipata
Sin dalla loro apparizione, risalente a diecimila anni fa, le città sono state il motore dell’innovazione umana. Il loro percorso, però, è stato tutto fuorché lineare. Le città hanno subito repentini strappi dovuti a mutamenti radicali, punti di svolta che hanno ridefinito la loro vera essenza. Simili sviluppi sono spesso il risultato di innovazioni tecnologiche, basti pensare all’avvento dell’automobile, ma anche di reazioni a traumi, dalle guerre alle pandemie.
Con l’avvento del Covid-19, i nostri centri urbani sono diventati gli epicentri del contagio e in tanti hanno predetto che le città sarebbero diventate obsolete. Si teorizzava che le persone avrebbero cercato rifugio nelle zone periferiche o in remote aree rurali e che il lavoro a distanza sarebbe diventato una consuetudine dei cittadini esiliati. Da quel momento in poi, come sono andate le cose? L’urbanità è effettivamente morta?
Di certo, la pandemia non ha lasciato indenni le nostre città. Il lavoro da casa non sparirà e sarà molto più diffuso di quanto lo fosse prima del Covid 19. In generale, è alquanto probabile che la nostra vita quotidiana si baserà su una maggiore flessibilità delle abitudini lavorative. Nonostante ciò, non si è verificato un esodo permanente dalle nostre grandi città, anzi, la maggior parte delle persone ha già fatto ritorno.
Ancora più interessante è il fatto che la pandemia abbia liberato il potenziale per un rinascimento, ciò che l’’economista Joseph Schumpeter definì la "distruzione creativa", ma su scala urbana. Vista la crisi improvvisa, le amministrazioni cittadine non hanno avuto altra scelta che adottare un approccio veloce e procedere per tentativi ed errori. Non c’erano "best practices" a guidare e limitare il modo di pensare. Il risultato di questa sperimentazione mondiale è stato straordinario: una serie senza precedenti di innovazioni in ambiti quali la pedonalizzazione, la realizzazione di abitazioni a prezzi accessibili e la zonizzazione dinamica.
Progetti fermi da anni o decenni sono stati implementati nel giro di giorni o settimane. Dopo vari cicli di incontri con la cittadinanza, alcuni più civili di altri, certi cambiamenti sono diventati permanenti e contribuiscono così a dare forma alle città del futuro.
Quando la pandemia da Covid 19 passerà, anche se non avverrà tutto in una volta, la nostra sfida sarà quella di mantenere questa spinta innovativa, specialmente nell’affrontare sfide quali il cambiamento climatico. Continuando a sperimentare con quante più iniziative e concetti possibili, potremmo inaugurare una nuova età dell’oro dell’innovazione partecipata nelle nostre città.
La città è più viva e reattiva che mai.